Sul finire del 2020, l’anno più difficile per il ciclismo (e per lo sport in generale) a causa della pandemia, giornali, siti e riviste specializzate facevano a gara nell’elogiare i nuovi fenomeni delle due ruote, prodotti di un movimento in evidente calo di popolarità per le questioni legate al doping e ai motorini nelle biciclette. I nomi erano sulla bocca di tutti, anche di coloro che di ciclismo conoscevano poco: i belgi Remco Evenepoel e Wout Van Aert, l’olandese Mathieu Van der Poel, lo sloveno Tadej Pogacar, il colombiano Egan Bernal e, udite udite, pure lo svizzero Marc Hirschi. Era dai tempi di Cancellara che un nostro atleta non occupava così tanto spazio sui mass media. Ma era soprattutto Evenepoel a suscitare grande interesse fra gli addetti ai lavori. “So che mi chiamano il nuovo Merckx, ma io non ho mai vinto né il Tour né il Mondiale tra i professionisti: preferisco essere Remco Evenepoel, un ragazzo che a questi livelli deve dimostrare ancora tutto e che ha la fortuna di fare ciò che gli piace”, disse il fiammingo.
Parole che oggi fanno sorridere, visti i trionfi delle ultime due stagioni: una Liegi-Bastogne-Liegi, una Vuelta ma soprattutto un Mondiale su strada (in Australia nel 2022). E in mezzo un pauroso incidente durante il Giro di Lombardia del 2020 che ha rischiato di compromettere la carriera del giovane ex calciatore dell’Anderlecht. Ma non solo lui ha incendiato (modo di dire) le corse: parallelamente sono venuti fuori alla grande Pagacar (con due successi al Tour de France, una Liegi, un Lombardia ed un recentissimoGiro delle Fiandre), Wout Van Aert (re alla Sanremo e all’Amstel Gold Race), Bernal (vincitore della Grande Boucle) e naturalmente Van der Poel, che ha vinto di tutto e di più, compresi due Giri delle Fiandre, una Milano-Sanremo e - è storia di domenica scorsa - una Parigi-Roubaix (di prepotenza). Insomma: i fenomeni hanno risposto alle attese. Tutti, purtroppo, meno uno...
Eh sì: perché il nostro Marc Hirschi è sparito dai radar, complici naturalmente i brutti infortuni. Di lui si diceva che avrebbe potuto diventare il nuovo Fabian Cancellara del ciclismo svizzero. Ma l’allora corridore della Sunweb rispose che nutriva ben altre ambizioni: acquisire esperienza e
motivazioni per diventare qualcuno. Ottimo scalatore, valido anche a cronometro e nelle corse di un giorno nel 2020 vinse una tappa al Tour de France, trionfò nella Freccia-Vallone, mancò di poco il successo nella Liegi, perché ostacolato da Alaphilippe in volata, e finì terzo al Mondiale di Imola. Tutta una serie di risultati prestigiosi, insomma. Poi nel 2021, dopo il passaggio alla UAE, ha un avuto un calo di rendimento dovuto appunto agli infortuni, in particolare a quello nella prima tappa del Tour de France, che gli procurò la frattura della clavicola sinistra.
Dopo un 2022 a fasi alterne (da registrare comunque una vittoria al Giro del Veneto), lo scorso mese di febbraio il bernese è incappato in un nuovo guaio, con la caduta durante il Giro dell'Algarve che gli ha procurato la frattura del radio. Infortunio che lo ha costretto a sospendere per ben due mesi l’attività e a saltare le prime classiche del programma UCI. Ma Hirschi, con grande determinazione e forza di volontà, è riuscito a “ rialzarsi” e così si è presentato ai nastri di partenza del Giro dei Paesi Baschi (vinto da Jonas Vingegaard) terminato sabato scorso. Le sue condizioni parrebbero buone e oggi all’Amstel Gold Race cercherà di migliorare ulteriormente il suo stato di forma. A proposito dice Mauro Gianetti, CEO del Team UAE: “Marc è in ripresa, e adesso sta bene. Ma è stato fermo per parecchie settimane e dunque non è ancora al cento per cento”.
Speriamo che il corridore della UAE ritrovi anche il passo del 2020: nel clan dei fenomeni c’è ancora posto per lui.“ Hirschi è un grande talento del ciclismo. Vogliamo recuperarlo al più presto: ha i numeri per riportare il ciclismo elvetico in alto” ha detto tempo fa Cancellara ai microfoni della SRG. E tutti gli sportivi lo sperano: le imprese di tre anni fa sono ancora scolpite nella memoria di tutti. Rivederlo fra i protagonisti è l’augurio che si fanno tutti gli appassionati di ciclismo.
JACK PRAN
Dopo un 2022 a fasi alterne (da registrare comunque una vittoria al Giro del Veneto), lo scorso mese di febbraio il bernese è incappato in un nuovo guaio, con la caduta durante il Giro dell'Algarve che gli ha procurato la frattura del radio. Infortunio che lo ha costretto a sospendere per ben due mesi l’attività e a saltare le prime classiche del programma UCI. Ma Hirschi, con grande determinazione e forza di volontà, è riuscito a “ rialzarsi” e così si è presentato ai nastri di partenza del Giro dei Paesi Baschi (vinto da Jonas Vingegaard) terminato sabato scorso. Le sue condizioni parrebbero buone e oggi all’Amstel Gold Race cercherà di migliorare ulteriormente il suo stato di forma. A proposito dice Mauro Gianetti, CEO del Team UAE: “Marc è in ripresa, e adesso sta bene. Ma è stato fermo per parecchie settimane e dunque non è ancora al cento per cento”.
Speriamo che il corridore della UAE ritrovi anche il passo del 2020: nel clan dei fenomeni c’è ancora posto per lui.“ Hirschi è un grande talento del ciclismo. Vogliamo recuperarlo al più presto: ha i numeri per riportare il ciclismo elvetico in alto” ha detto tempo fa Cancellara ai microfoni della SRG. E tutti gli sportivi lo sperano: le imprese di tre anni fa sono ancora scolpite nella memoria di tutti. Rivederlo fra i protagonisti è l’augurio che si fanno tutti gli appassionati di ciclismo.
JACK PRAN