Al processo svoltosi a Locarno contro quattro giovani che avevano preso a botte un asilante, uno degli imputati – difeso dall’avvocato Felice Dafond – è stato assolto per legittima difesa esimente. Nel caso in questione l’imputato aveva un difensore d’ufficio, e quindi tutti i costi per le spese procedurali e per l’avvocato saranno assunti dal Cantone. Ma se l’imputato fosse stato difeso da un avvocato di sua fiducia, a tariffe superiori a quelle in vigore per i difensori d’ufficio, tutti i costi sarebbero stati ugualmente assunti dal Cantone e ciò in applicazione della “Legge sul rimborso spese per i procedimenti connessi alla legittima difesa” la quale sancisce che il Cantone, in caso di assoluzione per un reato commesso in stato di legittima difesa “rimborsa a tariffa piena l’integralità di tutte le spese procedurali, i disborsi e le spese per la difesa di fiducia”.
Come si ricorderà la nuova legge era entrata in vigore il 26 settembre 2021, quando l’iniziativa intitolata” Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa” era stata approvata in seconda battuta dal Popolo dopo che la prima votazione era stata annullata dal Tribunale federale a causa delle informazioni “non oggettive e in parte tendenziose (…) che hanno influenzato in maniera inammissibile i cittadini” contenute nell’opuscolo informativo inviato ai votanti.
Uno degli argomenti addotti dagli avversari dell’iniziativa era che il testo della stessa era lacunoso, ma nel suo parere favorevole alla ricevibilità dell’iniziativa l’allora consulente giuridico del GC, Tiziano Veronelli, aveva scritto in proposito che "nulla impedisce al Parlamento di completare la proposta anche in un secondo tempo ". Ecco, penso che il nuovo Gran Consiglio dovrebbe provvedere a completare il testo della nuova legge, ovviamente evitando furbate e mantenendo per intero quanto l’iniziativa elaborata proponeva, ossia ad esempio anche il contestato rimborso dei costi per i casi bagatellari.
In che modo si dovrebbe procedere al completamento del testo legislativo? Semplicemente adottando il rapporto di minoranza che la Commissione competente (relatrice Sabrina Aldi) aveva a suo tempo proposto come controprogetto all’iniziativa , e sul quale anche gli iniziativisti erano d’accordo: tant’é vero che io avevo dichiarato che avrei ritirato l’iniziativa se il Parlamento avesse approvato quel controprogetto. Ma il Gran Consiglio - in particolare a causa del compatto voto contrario del PLR e del blocco rossoverde - decise di andare allo scontro causando inutilmente i costi di due votazioni popolari, rimediando una sconfitta nella votazione decisiva e facendo fare una figura barbina al Consiglio di Stato, che venne bacchettato dal Tribunale federale per la sua tendenziosità ( per inciso, fra i principali avversari dell’iniziativa in Gran Consiglio vi erano i due ex-procuratori pubblici Nicola Corti del PS e Marco Bertoli del PLR: visto che entrambi guarda caso non sono stati rieletti alle recenti elezioni cantonali, il Parlamento potrà procedere al completamento della legge in un’atmosfera meno prevenuta nei confronti della stessa).
Da ultimo mi sia concesso di togliermi un sassolino dalle scarpe. In più occasioni gli avversari dell’iniziativa avevano cercato di terrorizzare i cittadini affermando che l’approvazione della nuova legge “avrebbe rischiato di legittimare comportamenti violenti e di incentivare i cittadini a farsi giustizia da sé, facendo libero uso delle armi”, come si leggeva nell’opuscolo informativo redatto dal Consiglio di Stato. Da allora sono trascorsi una ventina di mesi e non mi sembra che il Ticino si sia trasformato in un Far West, malgrado un aumento dei furti con scasso. I cittadini sono più responsabili di quanto il Governo non abbia tentato di far credere.
Giorgio Ghiringhelli, promotore dell’iniziativa sulla legittima difesa