Boualem Sansal è tornato in libertà dopo un anno di prigione. Il grande scrittore franco-algerino era stato arrestato nel novembre del 2024 dal governo algerino con la pretestuosa accusa di aver attentato all’unità nazionale, a causa di alcune sue dichiarazioni rilasciate a un media francese. In seguito l’80.enne intellettuale, malato di cancro, era stato condannato a 5 anni di prigione.
Ufficialmente la sua liberazione è avvenuta per motivi umanitari, ma in Francia v’è chi sostiene che il presidente Tebboune gli abbia concesso la grazia per motivi di opportunità politica, dato che prossimamente dovrà recarsi in Germania, e non poteva certo presentarsi a Berlino con un intellettuale di fama mondiale, vecchio e malato, rinchiuso in prigione solo per aver esercitato la sua libertà di espressione.
Nella primavera del 2024, pochi mesi prima del suo arresto, Boualem Sansal aveva ricevuto il premio “Swiss Stop Islamization Award” organizzato dal 2018 dal movimento “Il Guastafeste”. Infatti è da anni che Sansal, cui il Corriere del Ticino aveva dedicato due pagine nell’edizione del 5 giugno 2018, cerca di mettere in guardia gli europei sul pericolo rappresentato dalla crescente diffusione dell’islamismo. Sansal si era detto onorato per il premio conferitogli dal Guastafeste e mi aveva inviato il seguente messaggio: “La vostra battaglia è anche la mia, come pure è quella degli altri vincitori del suo premio.
Da ormai più di 25 anni denuncio e suono l’allarme sull’islamizzazione radicale che si è propagata ormai in tutto il mondo, coinvolgendo gli anziani ed i giovani, nei Paesi democratici così come in quelli autoritari come la Russia e la Cina. Ma, ahinoi, i Poteri pubblici e certe correnti politiche e intellettuali (in particolare di sinistra), rifiutano di ascoltarci e, peggio ancora, cedono sotto la pressione degli islamisti e concedono loro sempre più libertà e mezzi per agire e progredire nella loro opera malefica.
Essi non vedono l’ombra della guerra civile che si profila all’orizzonte, perché le popolazioni non possono accettare indefinitivamente di essere attaccate nei loro valori e nella loro vita. Un giorno esse reagiranno e correranno alle armi per recuperare i loro Paesi e i loro valori. Non bisogna dunque denunciare solo gli islamisti ma anche i loro sponsor, i Poteri pubblici e coloro che li ispirano nella loro rinuncia”.
Giorgio Ghiringhelli





