Presidente: l’hockey su prato non è uno sport molto seguito in Ticino. Eppure ha una storia importante alle spalle.
Effettivamente alle nostre latitudini è uno sport di “nicchia”. Nonostante ciò da oltre 95 anni l’HAC Lugano è nel panorama sportivo cittadino. Nel nostro palmares possiamo permetterci di annoverare la conquista della Coppa Svizzera nel 1981, diversi campionati vinti dalle squadre giovanili e in Lega Nazionale B dalla prima squadra.
La vostra è una società che si basa su principi amatoriali. Come fate a tirare avanti visto il momento non particolarmente felice a livello di strutture e finanze?
Sicuramente l’aspetto che più conta è la passione che ognuno di noi ha per questo sport e ciò che mette a disposizione. Quando il gruppo è compatto, e per gruppo intendo tutta la società sportiva, poi tutto il contorno viene quasi da sé. Ci si aiuta nell’ambito organizzativo, per le finanze si cercano sempre introiti mentre per le strutture ci affidiamo a quelle che la Città e altri enti pubblici ci danno, ovvero il bel campo sintetico di Cornaredo (si gioca 11 contro 11) e le palestre per l’indoor.
Avete comunque vissuto momenti difficili.
Nel corso degli anni abbiamo incontrato parecchi ostacoli, e non da poco, ma non abbiamo mollato e queste difficoltà ci hanno permesso di tirar fuori lo spirito aggregativo che si vive in un piccolo club come il nostro. Siamo piccoli ma sempre al passo con i tempi grazie ai nostri social, che sono sempre aggiornati, e al nuovo sito internet.
Fra l’altro in Ticino l’hockey su prato si pratica solo a Lugano.
Esatto: in Ticino siamo l’unico club. Fino agli anni ’50 vi erano altre realtà come Bellinzona e Locarno, che però non hanno resistito. La nostra attività agonistica si spinge dunque soprattutto oltre Gottardo dove con la prima squadra maschile partecipiamo al campionato svizzero e con i nostri giovani ai vari tornei di categoria.
In Svizzera questo sport si è sviluppato soprattutto nella Svizzera tedesca.
La Federazione sta comunque facendo gli stessi sforzi per cercare di incrementare il numero di praticanti, promuovendo il nostro sport in tutta la Confederazione.
Va ricordato, inoltre, che l’hockey su prato è uno sport olimpico ed ha una forte tradizione soprattutto nei paesi anglosassoni e nel Commonwealth.
Come per i “fratelli” cricket e polo, l’hockey su prato si è diffuso nel periodo coloniale inglese. La tradizione, che si ritrova tutt’ora in India e Pakistan, si è però estesa a numerose altre nazioni quali,
per esempio, Olanda e Belgio in Europa e Argentina e Australia nel mondo. Sembrerà strano ma statisticamente l’hockey su prato è uno degli sport più seguiti al mondo, forse proprio per l’alta densitàdi popolazione nei paesi dov’è più diffuso.
Torniamo in argomento: quali sono gli obiettivi del vostro club?
Stiamo facendo un percorso a piccoli passi, che speriamo porti la società a festeggiare i suoi primi 100 anni nel 2027 con una situazione sana sotto tutti gli aspetti. A livello sportivo sarebbe bello poter festeggiare la conquista di un trofeo prima dell’evento centenario.
Anche a livello di strutture ci saranno delle novità.
Per quanto riguarda il terreno da gioco a Cornaredo (Campo E) resterà quello attuale con il sintetico che è di buona qualità. Abbiamo fatto richiesta all’autorità cittadina di avere una location adeguata con una club house, degli spogliatoi, magazzini, spazi gestionali e una piccola tribuna che ci permettano di continuare al meglio la nostra attività dopo il periodo transitorio per l’edificazione del nuovo stadio. Quello che però ci fa molto piacere è il fatto di poter restare nel cuore delle attività sportive cittadine.
Obiettivo sportivo stagionale?
Con la conquista della LNB indoor possiamo dire che parte degli obiettivi stagionali sportivi siano già stati raggiunti. Chiaramente vogliamo anche mantenere il posto nell’élite outdoor e per questo dovremo attendere giugno.
Il vostro club si identifica molto in Walter Egloff, idolo e gran protagonista negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.
Nonostante io non abbia avuto il piacere di conoscerlo sul campo, ho sentito talmente tante volte il suo nome legato ad aneddoti che sembra una figura a me famigliare. Arrivato nei primi anni 70 a Lugano, per tre lustri ha portato il nostro club a primeggiare e a conquistare la Coppa Svizzera nel 1981, riorganizzando il settore giovanile. Anche lui era convinto che i giovani erano fondamentali per ottenere i risultati.
Non va naturalmente dimenticato anche l’ex giocatore e presidente Michele Ghezzi.
Così come Walter è stato un esempio da seguire sul campo, Michele lo è stato per noi neofiti del dietro le quinte del nostro sodalizio sportivo ed è stato il presidente più longevo assieme a Enzio Pelloni, con mandati di 22 anni. È grazie a uomini come loro se ancora oggi si parla di hockey su prato a Lugano.
A.M.
Torniamo in argomento: quali sono gli obiettivi del vostro club?
Stiamo facendo un percorso a piccoli passi, che speriamo porti la società a festeggiare i suoi primi 100 anni nel 2027 con una situazione sana sotto tutti gli aspetti. A livello sportivo sarebbe bello poter festeggiare la conquista di un trofeo prima dell’evento centenario.
Anche a livello di strutture ci saranno delle novità.
Per quanto riguarda il terreno da gioco a Cornaredo (Campo E) resterà quello attuale con il sintetico che è di buona qualità. Abbiamo fatto richiesta all’autorità cittadina di avere una location adeguata con una club house, degli spogliatoi, magazzini, spazi gestionali e una piccola tribuna che ci permettano di continuare al meglio la nostra attività dopo il periodo transitorio per l’edificazione del nuovo stadio. Quello che però ci fa molto piacere è il fatto di poter restare nel cuore delle attività sportive cittadine.
Obiettivo sportivo stagionale?
Con la conquista della LNB indoor possiamo dire che parte degli obiettivi stagionali sportivi siano già stati raggiunti. Chiaramente vogliamo anche mantenere il posto nell’élite outdoor e per questo dovremo attendere giugno.
Il vostro club si identifica molto in Walter Egloff, idolo e gran protagonista negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.
Nonostante io non abbia avuto il piacere di conoscerlo sul campo, ho sentito talmente tante volte il suo nome legato ad aneddoti che sembra una figura a me famigliare. Arrivato nei primi anni 70 a Lugano, per tre lustri ha portato il nostro club a primeggiare e a conquistare la Coppa Svizzera nel 1981, riorganizzando il settore giovanile. Anche lui era convinto che i giovani erano fondamentali per ottenere i risultati.
Non va naturalmente dimenticato anche l’ex giocatore e presidente Michele Ghezzi.
Così come Walter è stato un esempio da seguire sul campo, Michele lo è stato per noi neofiti del dietro le quinte del nostro sodalizio sportivo ed è stato il presidente più longevo assieme a Enzio Pelloni, con mandati di 22 anni. È grazie a uomini come loro se ancora oggi si parla di hockey su prato a Lugano.
A.M.