PARIGI (Francia) – Alla fine né Alcaraz né Ruud sono riusciti a fermarlo. Lo spagnolo è stato messo KO anche dai crampi che lo hanno destabilizzato prima e fermato poi, durante la semifinale del Roland Garros, il norvegese, invece, ci ha sperato nel primo set dell’atto conclusivo, ma poi anche lui si è dovuto arrendere allo strapotere di Novak Djokovic che ha firmato l’ennesimo successo sulla terra parigina, arrivando a toccare la vertiginosa quota di 23 Slam vinti. Mai nessuno come lui. Nadal, alle prese con i soliti problemi fisici, è fermo a 22. Federer, ormai ritirato, si può coccolare i suoi 20 titoli.
Può non risultare simpatico, può ogni tanto incappare in qualche scivolone politico e/o sanitario, ma quando si tratta di giocare a tennis, il serbo è davvero intrattabile e chiunque, tifoso o meno, simpatizzante o no, non può che alzarsi in piedi e applaudire il suo gioco fatto di aggressività, di tecnica, di tenacia, di risposte al fulmicotone, di dritti e rovesci imprendibili e di palle corte da togliere il fiato.
Djokovic ieri ha annientato Casper Ruud e ha conquistato il suo 23° titolo Slam che lo rende il GOAT del tennis: un record praticamente imbattibile. Difficilmente qualcuno potrà avvicinarsi a quella quota (anche se si diceva la stessa cosa quando Federer dominava il circuito ATP), specialmente fin a quando il ragazzo di Belgrado non deciderà di appendere la racchetta al chiodo. Cosa che sicuramente non avverrà a stretto giro d’orologio, anche perché il 2023 potrebbe diventare un anno storico per lui: Wimbledon, ormai, è il suo giardino di conquiste e gli US Open spesso gli hanno sorriso. Nel 2021 il Grande Slam venne meno solo per mano di Medvedev a New York, quest’anno potrebbe davvero essere la volta buona, riuscendo lì dove fallirono sia Roger che Rafa…