I nostri giudizi non vogliono assolutamente fare l’unanimità, semmai creare scompiglio. Del resto, non stupiamoci se ci sono personaggi che si arrabbiano quando leggono questo pagellone: il Ticino è un Cantone in cui l’ironia non è ben vista e nel quale prevale il rancore. Ma come più volte rimarcato, anche noi abbiamo i nostri tifosi, coloro che ci invitano a continuare. Bene. E come potete vedere qui sotto anche in questa edizione ci sono calciatori o dirigenti che già in passato sono stati premiati o bocciati. Una presenza costante, come quelle del tecnico del Lugano Mattia Croci Torti e del presidente del Paradiso Antonio Caggiano, ognuno a modo suo protagonisti dell’ultimo campionato.
GLI OSCAR
Mattia Croci Torti
Il tecnico di Vacallo è diventato l’uomo-simbolo del calcio ticinese. E non solo per i risultati. Mattia è un vero e proprio trascinatore e se a Berna domenica scorsa c'erano 12 mila tifosi venuti dal nostro cantone è anche merito suo. Empatico, umano, preparato, Cavallo Pazzo ha ormai conquistato tutti, anche coloro che non tifano per i bianconeri. Se poi tiriamo in ballo i numeri, beh, vediamo che gli danno pienamente ragione: terzo posto in Super League (57 punti, record dal ritorno nella massima serie), qualificazione ai playoff di Europa League e in caso di mancato superamento del turno, un posto nella fase a gironi della Conference League. Come dire: una stagione da incorniciare, che sarebbe stato fantastica se i luganesi avessero vinto anche la Coppa Svizzera.
Esodo a Berna
La sconfitta nella finalissima di Coppa contro lo Young Boys è stata mitigata (almeno in parte) dalla folta partecipazione di tifosi provenienti da ogni angolo del Cantone. Secondo le cifre ufficiali, quasi 12 mila! Un esodo mai visto nella storia dello sport ticinese che, nei momenti che contano, sa muovere folle pazzesche. A Berna erano presenti i tifosi del Lugano ma anche gli amanti del calcio provenienti da Chiasso, Bellinzona e Locarno, in rappresentanza di un cantone sportivo che quando deve misurarsi con le squadre della Svizzera interna accorre numeroso.
FC Lugano
Non ha vinto la Coppa Svizzera, l’ha soltanto sfiorata: la doppietta era certamente a portata di mano, visto che lo Young Boys non era nelle sue migliori giornate. Eppure, il Lugano ha saputo conquistare il cuore della gente e questo, alla fine, è il risultato più importante. L’affetto delle tantissime persone presenti nella capitale della Confederazionerappresentano un capitale importante per il futuro. Naturalmente da coltivare.
Ignacio Aliseda
Dopo un inizio laborioso, il giocatore argentino è diventato una pedina imprescindibile sullo scacchiere bianconero. Il ventitreenne attaccante, impiegato nel ruolo di esterno alto sinistro, non solo ha segnato 8 reti ma ha saputo dare spettacolo. E pensare che in molti lo avevano criticato. Il suo incredibile salto di qualità ha dato ragione al club, che lo aveva scelto per rinforzare la rosa.
Ousmane Doumbia
Giocatore completo, intelligente, mai banale: l’ivoriano si rivela uno dei migliori della stagione. A centrocampo, nel suo ruolo originale di centrale, è una sicurezza: legge bene le situazioni e distribuisce palloni con grande razionalità. Quando, per ragioni di... stato (vedi assenze varie) viene riciclato nella difesa a 3, si esibisce su livelli stellari. Un elemento su cui contare ancora, nonostante non sia più giovanissimo.
Mattia Croci Torti
Il tecnico di Vacallo è diventato l’uomo-simbolo del calcio ticinese. E non solo per i risultati. Mattia è un vero e proprio trascinatore e se a Berna domenica scorsa c'erano 12 mila tifosi venuti dal nostro cantone è anche merito suo. Empatico, umano, preparato, Cavallo Pazzo ha ormai conquistato tutti, anche coloro che non tifano per i bianconeri. Se poi tiriamo in ballo i numeri, beh, vediamo che gli danno pienamente ragione: terzo posto in Super League (57 punti, record dal ritorno nella massima serie), qualificazione ai playoff di Europa League e in caso di mancato superamento del turno, un posto nella fase a gironi della Conference League. Come dire: una stagione da incorniciare, che sarebbe stato fantastica se i luganesi avessero vinto anche la Coppa Svizzera.
Esodo a Berna
La sconfitta nella finalissima di Coppa contro lo Young Boys è stata mitigata (almeno in parte) dalla folta partecipazione di tifosi provenienti da ogni angolo del Cantone. Secondo le cifre ufficiali, quasi 12 mila! Un esodo mai visto nella storia dello sport ticinese che, nei momenti che contano, sa muovere folle pazzesche. A Berna erano presenti i tifosi del Lugano ma anche gli amanti del calcio provenienti da Chiasso, Bellinzona e Locarno, in rappresentanza di un cantone sportivo che quando deve misurarsi con le squadre della Svizzera interna accorre numeroso.
FC Lugano
Non ha vinto la Coppa Svizzera, l’ha soltanto sfiorata: la doppietta era certamente a portata di mano, visto che lo Young Boys non era nelle sue migliori giornate. Eppure, il Lugano ha saputo conquistare il cuore della gente e questo, alla fine, è il risultato più importante. L’affetto delle tantissime persone presenti nella capitale della Confederazionerappresentano un capitale importante per il futuro. Naturalmente da coltivare.
Ignacio Aliseda
Dopo un inizio laborioso, il giocatore argentino è diventato una pedina imprescindibile sullo scacchiere bianconero. Il ventitreenne attaccante, impiegato nel ruolo di esterno alto sinistro, non solo ha segnato 8 reti ma ha saputo dare spettacolo. E pensare che in molti lo avevano criticato. Il suo incredibile salto di qualità ha dato ragione al club, che lo aveva scelto per rinforzare la rosa.
Ousmane Doumbia
Giocatore completo, intelligente, mai banale: l’ivoriano si rivela uno dei migliori della stagione. A centrocampo, nel suo ruolo originale di centrale, è una sicurezza: legge bene le situazioni e distribuisce palloni con grande razionalità. Quando, per ragioni di... stato (vedi assenze varie) viene riciclato nella difesa a 3, si esibisce su livelli stellari. Un elemento su cui contare ancora, nonostante non sia più giovanissimo.
Antonio Caggiano
Il presidente del Paradiso è stato senza dubbio uno dei personaggi più chiacchierati della stagione appena conclusa. Vulcanico, generoso, a volte brusco quando deve far valere i propri argomenti, Antonio è stato in grado di compiere una grande impresa e condurre il club lacuale dove nessuno, o in pochi nel calcio regionale, è riuscito. Nota 10 per questo uomo di mezza età cresciuto nel comune confinante con la Grande Lugano dalla quale resta orgogliosamente staccato. Con sforzi economici non indifferenti, il Paradiso è ormai giunto alle porte del calcio che conta. Cosa si inventerà ora il presidentissimo?
Patrick Rossini
Il giocatore bellinzonese si conferma bomber nato. Nella clamorosa stagione del Paradiso, è infatti risultato il cannoniere del Gruppo 3 ed uno dei migliori in assoluto della categoria (Prima Classic). Attaccante assolutamente affidabile, che forse sarebbe servito anche ad altre squadre ticinesi di categoria superiore (vedi ACB), il buon Patrick farà ancora parlare di sé: ne siamo sicuri.
Basso Ceresio
Una piccola escursione nel calcio regionale per ricordare ed applaudire l’impresa del Basso Ceresio, nato due anni fa dalla fusione fra Arogno, Melano e Rovio. Il club ha infatti centrato la storica promozione in Seconda Lega, dopo aver sconfitto nell’ultima giornata il Ceresio. Una vittoria che arriva soprattutto grazie alla fusione: 'Lo sport dà il meglio di sé quando unisce', dice lo slogan della nuova società, diretta sul campo dal tecnico Lorenzo Padula. A Melano, dove gioca la squadra del Basso Ceresio, ci sarà ancora da divertirsi.
I TAPIRI
Pablo Bentancur
Stagione completamente fallimentare del Bellinzona, che oltrettuto ha ottenuto la licenza per il famoso buco della chiave. Le colpe sono naturalmente da dividere fra dirigenti, allenatori (ben 5, Cocimano compreso) e giocatori. Ma il principale responsabile è Don Pablo Bentancur, procuratore di grido (dicono gli esperti) e padrone della società granata da due anni, durante i quali non ha saputo costruire una solida base societaria, ha sbagliato acquisti ed ha scelto male la guida tecnica. Non basta avere i soldi per fare calcio: bisogna avere visioni e conoscenze della realtà in cui si opera. E in questo il patron sudamericano ha dimostrato di non essere all’altezza. Bentancur, che è stato sostenuto anche da una parte della stampa ticinese (per fortuna non tutta!), dovrà fare un bagno di umiltà, altrimenti nella Capitale si masticherà amaro per molto tempo ancora. Tanti auguri, Don Pablo!
Stefano Maccoppi
Un vero disastro. Prende in mano il Bellinzona a poche settimane dalla ripresa del campionato (scelta davvero cervellotica quella del club: Ranieri andava sostituito prima di Natale!) e non ne azzecca una giusta: 8 partite, zero vittorie, un calcio sconclusionato e se possibile peggiore di quello attuato dal suo predecessore. Maccoppi è stato preso in mancanza d’altro, come si suol dire: e i risultati si sono visti. Il suo curriculum del resto la dice lunga: salvo qualche rara eccezione, il suo operato non ha mai fatto l’unanimità.
Mattia Bottani
Stagione in chiaroscuro per il fantasista del Lugano, uno dei pochi ticinesi presenti in rosa. Il suo bilancio è purtroppo negativo: una rete e 2 assist. La sua bella prestazione nella finale di Coppa (corredata da un gol) non è sufficiente per abbellire un rendimento globale insufficiente. Non è mai riuscito a a giocare due partite di fila da titolare, e non è mai stato incisivo. Complici anche gli infortuni che ormai da tempo lo perseguitano. È atteso al riscatto.
FC Chiasso
Fine ingloriosa per il club di Confine che la scorsa primavera ha chiuso per fallimento. Un capitolo amarissimo per altro previsto: già nei mesi precedenti si era capito che stavolta la società soci non l’avrebbe fatta franca. Un bel grazie alla presunta cordata di soccorso, la cui provenienza non è mai stata chiarita, che aveva promesso mari e monti e quando si è trattato di chiudere la trattativa per salvare il Chiasso, si è defilata alla grande. Una vera e propria buffonata. Ma il destino dei rossoblù era già stato segnato dalle gestioni precedenti, sempre misteriose, ondivaghe e mai veramente trasparenti. E ora si dia inizio alla rinascita, dalla Quinta Lega.
Pubblico FCL
La domanda è ormai sulla bocca di tutti: il Lugano in finale di Coppa Svizzera porta con sé 12 mila spettatori (nel 2022 duemila in meno) ma nella partite casalinghe l’affluenza media tocca a malapena le tremila unità. Difficile capire questo andazzo. Eppure la squadra gira, eppure
Pablo Bentancur
Stagione completamente fallimentare del Bellinzona, che oltrettuto ha ottenuto la licenza per il famoso buco della chiave. Le colpe sono naturalmente da dividere fra dirigenti, allenatori (ben 5, Cocimano compreso) e giocatori. Ma il principale responsabile è Don Pablo Bentancur, procuratore di grido (dicono gli esperti) e padrone della società granata da due anni, durante i quali non ha saputo costruire una solida base societaria, ha sbagliato acquisti ed ha scelto male la guida tecnica. Non basta avere i soldi per fare calcio: bisogna avere visioni e conoscenze della realtà in cui si opera. E in questo il patron sudamericano ha dimostrato di non essere all’altezza. Bentancur, che è stato sostenuto anche da una parte della stampa ticinese (per fortuna non tutta!), dovrà fare un bagno di umiltà, altrimenti nella Capitale si masticherà amaro per molto tempo ancora. Tanti auguri, Don Pablo!
Stefano Maccoppi
Un vero disastro. Prende in mano il Bellinzona a poche settimane dalla ripresa del campionato (scelta davvero cervellotica quella del club: Ranieri andava sostituito prima di Natale!) e non ne azzecca una giusta: 8 partite, zero vittorie, un calcio sconclusionato e se possibile peggiore di quello attuato dal suo predecessore. Maccoppi è stato preso in mancanza d’altro, come si suol dire: e i risultati si sono visti. Il suo curriculum del resto la dice lunga: salvo qualche rara eccezione, il suo operato non ha mai fatto l’unanimità.
Mattia Bottani
Stagione in chiaroscuro per il fantasista del Lugano, uno dei pochi ticinesi presenti in rosa. Il suo bilancio è purtroppo negativo: una rete e 2 assist. La sua bella prestazione nella finale di Coppa (corredata da un gol) non è sufficiente per abbellire un rendimento globale insufficiente. Non è mai riuscito a a giocare due partite di fila da titolare, e non è mai stato incisivo. Complici anche gli infortuni che ormai da tempo lo perseguitano. È atteso al riscatto.
FC Chiasso
Fine ingloriosa per il club di Confine che la scorsa primavera ha chiuso per fallimento. Un capitolo amarissimo per altro previsto: già nei mesi precedenti si era capito che stavolta la società soci non l’avrebbe fatta franca. Un bel grazie alla presunta cordata di soccorso, la cui provenienza non è mai stata chiarita, che aveva promesso mari e monti e quando si è trattato di chiudere la trattativa per salvare il Chiasso, si è defilata alla grande. Una vera e propria buffonata. Ma il destino dei rossoblù era già stato segnato dalle gestioni precedenti, sempre misteriose, ondivaghe e mai veramente trasparenti. E ora si dia inizio alla rinascita, dalla Quinta Lega.
Pubblico FCL
La domanda è ormai sulla bocca di tutti: il Lugano in finale di Coppa Svizzera porta con sé 12 mila spettatori (nel 2022 duemila in meno) ma nella partite casalinghe l’affluenza media tocca a malapena le tremila unità. Difficile capire questo andazzo. Eppure la squadra gira, eppure
la squadra ha un allenatore ticinese. Sembra non basti: cosa vogliono di più coloro che invece di andare a Cornaredo, se ne vanno altrove o stanno a casa a guardare la TV?
Calcio regionale
Il calcio regionale sempre protagonista in negativo. Anche nel 2023 non sono mancati casi di intolleranza e violenza. Nel campionato di Terza Lega la partita tra Basso Ceresio e Insubrica è stata sospesa a pochi secondi dalla fine. E il motivo? Un giocatore della squadra di casa ha colpito un avversario con una gomitata, provocandogli la perdita dei sensi. Sul posto è dovuto intervenire l’ ambulanza per soccorrere il giocatore dell'Insubrica. Poi alla fine è nato un parapiglia generale con insulti e botte fra alcuni elementi delle due panchine. Complimenti, avanti così!
Mauro Lustrinelli
Il Thun di coach Lustrinelli ha chiuso la stagione di Challenge League al sesto posto. Un risultato decisamente deludente: la squadra bernese ha concesso 11 punti allo Stade Losanna, terzo classificato e quindi qualificato per lo spareggio, ed ha perso ben 11 partite su 36. Un bilancio che la dice lunga. L’ ex granata non può certo dirsi soddisfatto.
Tifosi (o presunti tali) ACB
Riportiamo quanto scritto da noi: “Va bene che la stagione dell’ACB, specie nella seconda parte, è stata turbolenta ma c’è un limite a tutto, specialmente per quanto concerne l’atteggiamentodei tifosi che ieri, dopo la sconfitta fragorosa subita a Losanna contro lo Stade (0-6) hanno danneggiato gli spogliatoi, il bus della squadra e rubato materiale e attrezzature della squadra granata”.
In tutta risposta la Città di Losanna ha sporto denuncia. Senza commento.
RED.
Calcio regionale
Il calcio regionale sempre protagonista in negativo. Anche nel 2023 non sono mancati casi di intolleranza e violenza. Nel campionato di Terza Lega la partita tra Basso Ceresio e Insubrica è stata sospesa a pochi secondi dalla fine. E il motivo? Un giocatore della squadra di casa ha colpito un avversario con una gomitata, provocandogli la perdita dei sensi. Sul posto è dovuto intervenire l’ ambulanza per soccorrere il giocatore dell'Insubrica. Poi alla fine è nato un parapiglia generale con insulti e botte fra alcuni elementi delle due panchine. Complimenti, avanti così!
Mauro Lustrinelli
Il Thun di coach Lustrinelli ha chiuso la stagione di Challenge League al sesto posto. Un risultato decisamente deludente: la squadra bernese ha concesso 11 punti allo Stade Losanna, terzo classificato e quindi qualificato per lo spareggio, ed ha perso ben 11 partite su 36. Un bilancio che la dice lunga. L’ ex granata non può certo dirsi soddisfatto.
Tifosi (o presunti tali) ACB
Riportiamo quanto scritto da noi: “Va bene che la stagione dell’ACB, specie nella seconda parte, è stata turbolenta ma c’è un limite a tutto, specialmente per quanto concerne l’atteggiamentodei tifosi che ieri, dopo la sconfitta fragorosa subita a Losanna contro lo Stade (0-6) hanno danneggiato gli spogliatoi, il bus della squadra e rubato materiale e attrezzature della squadra granata”.
In tutta risposta la Città di Losanna ha sporto denuncia. Senza commento.
RED.