LUCERNA – Alla fine il primo mezzo inciampo, dopo aver dominato la Bielorussia e Israele, e aver faticato un po’ in Andorra, è arrivato in una serata di giugno in quel di Lucerna. Sì, perché sebbene la Svizzera sia rimasta comunque in testa al suo girone di qualificazione in vista dei prossimi Europei, il 2-2 maturato contro la pur temibile Romania ha lasciato un po’ tutti con l’amaro in bocca. Forse ci siamo abituati troppo bene, con cavalcate importanti in ogni campagna di qualificazione – in ogni caso la nostra presenza a Euro 2024 non è praticamente in discussione – ma sta di fatto che la rimonta subita negli ultimi minuti della sfida di ieri sera ha davvero sorpreso.
Così come hanno sorpreso i cambi di Yakin che ha scombussolato gli equilibri di una squadra che fin lì aveva il pallino del gioco in mano, anche e soprattutto grazie alla doppietta di Amdouni che aveva messo nell’angolino i rumeni e ci stava regalando un cammino ancora più in discesa verso la competizione continentale che si terrà in Germania. La doppietta di Mihaila a cavallo del 90’ è stata una doccia fredda, un qualcosa di inaspettato e di inopinabile, che ha fatto mugugnare – giustamente – più di un addetto ai lavori.
Certo, con i “se” e con i “ma” non si va molto lontani, ma se Shaqiri non avesse sprecato clamorosamente l’occasione per il 3-0, che avrebbe chiuso del tutto la sfida della Swissporarena, ora saremmo qui a parlare di tutt’altro, ma il calcio è questo e la somma, alla fine, fa il totale. La discriminante la fa sempre il risultato e il risultato, anche questa volta, ci dice che forse questa Nazionale non è ancora una grande squadra. Ci manca ancora quel piccolo passo – che però è quello più complicato da fare – per sederci davvero al tavolo delle top e giocarci qualcosa di importante.