La prima (mezza) stagione da head coach in National League è andata. Luca, la seconda sarà un test importante per lei e per la sua carriera.
Quando si allena una squadra prestigiosa come il Lugano credo non si possa che essere felici e motivati. Soprattutto per uno come me, nato e cresciuto in questo club. Se sarà un test importante per il sottoscritto? Ogni partita è un esame, una prova. Le posso dire che sono pronto. Come tutto il nostro ambiente. Abbiamo voglia di migliorare i nostri ultimi risultati.
E come la mettiamo con la pressione?
Ho detto in altre interviste che in questa professione la pressione è una componente che può giocare un ruolo determinante. Mi sento di dire che la gestisco bene. Quando sono diventato tecnico del Lugano ho avvertito tanta aspettativa attorno a me. Ma ciò non mi ha condizionato o mi ha tenuto, appunto, sotto pressione.
Il pubblico l’ha sostenuta, immediatamente. Diremmo che l’ha adottata.
Ha capito che la situazione era difficile e che affidare la squadra ad un tecnico giovane ed esordiente non era una scelta semplice o scontata. Ma ho sentito una forte solidarietà da parte dei tifosi e ciò mi ha fatto enormemente piacere. Spero di ricambiarlo con i risultati e il gioco che il Lugano pensa di presentare nella prossima stagione.
Ora però i tifosi si aspettano qualcosa di più.
È giusto che sia così. Lavoreremo tutti insieme per ottenere il meglio. I nostri tifosi se lo meritano. In questi ultimi anni ci sono stati vicini, anche quando le cose non andavano bene.
Ottenere il meglio significa?
Vorremmo che le nostre prestazioni siano gradite alla nostra gente e vorremmo salire qualche gradino a livello di piazzamento. Non parlo di semifinale, finale o titolo. No, lavoriamo per un miglioramento globale: mentale, di attitudine....
Soddisfatto del mercato?
Certamente. Con Hnat Domenichelli abbiamo lavorato in simbiosi e credo che il Lugano abbia ingaggiato giocatori in grado di farci migliorare ulteriormente. Poi, naturalmente, il ghiaccio sarà giudice inappellabile. Sono fiducioso. Non vedo l’ora di poter lavorare con la squadra e con i nuovi.
Tornando al pubblico: negli ultimi anni si è registrato un calo alla Corner Arena.
Prima del Covid il Lugano era uno dei club con il maggior numero di abbonati. È stato un periodo difficile per tutti. Ma i nostri tifosi non ci hanno mai abbandonato. E questo mi rende felice.
Si è detto e scritto che il FC Lugano potrebbe portar via pubblico all’HC Lugano.
I risultati della squadra di Croci Torti sono un incentivo per tutto lo sport cittadino. Ma l’HC Lugano resta la realtà più importante della città. Siamo entrambe due società che lavorano per stare ai vertici dello sport svizzero. Non è affatto semplice in un momento così difficile come quello attuale.
Riguardando il film della scorsa stagione, quanto le dispiace o brucia la sconfitta in gara 3 a Ginevra dopo la lunga serie di overtime?
Non mi piace troppo guardarmi indietro. Con i se e i ma, oltretutto, non si va lontano. Abbiamo perso quella partita, punto. Non so dirle se avessimo vinto cosa sarebbe cambiato. Poi alla fine, chi arriva in fondo merita grandissimo rispetto. E il Ginevra, che ha vinto il titolo, ha tutta la mia stima: è stata la squadra più forte durante tutto il campionato. Un campione svizzero degnissimo!
A fine luglio iniziano gli allenamento sul ghiaccio.
Siamo motivatissimi. Non posso aggiungere altro.
M.A.
Soddisfatto del mercato?
Certamente. Con Hnat Domenichelli abbiamo lavorato in simbiosi e credo che il Lugano abbia ingaggiato giocatori in grado di farci migliorare ulteriormente. Poi, naturalmente, il ghiaccio sarà giudice inappellabile. Sono fiducioso. Non vedo l’ora di poter lavorare con la squadra e con i nuovi.
Tornando al pubblico: negli ultimi anni si è registrato un calo alla Corner Arena.
Prima del Covid il Lugano era uno dei club con il maggior numero di abbonati. È stato un periodo difficile per tutti. Ma i nostri tifosi non ci hanno mai abbandonato. E questo mi rende felice.
Si è detto e scritto che il FC Lugano potrebbe portar via pubblico all’HC Lugano.
I risultati della squadra di Croci Torti sono un incentivo per tutto lo sport cittadino. Ma l’HC Lugano resta la realtà più importante della città. Siamo entrambe due società che lavorano per stare ai vertici dello sport svizzero. Non è affatto semplice in un momento così difficile come quello attuale.
Riguardando il film della scorsa stagione, quanto le dispiace o brucia la sconfitta in gara 3 a Ginevra dopo la lunga serie di overtime?
Non mi piace troppo guardarmi indietro. Con i se e i ma, oltretutto, non si va lontano. Abbiamo perso quella partita, punto. Non so dirle se avessimo vinto cosa sarebbe cambiato. Poi alla fine, chi arriva in fondo merita grandissimo rispetto. E il Ginevra, che ha vinto il titolo, ha tutta la mia stima: è stata la squadra più forte durante tutto il campionato. Un campione svizzero degnissimo!
A fine luglio iniziano gli allenamento sul ghiaccio.
Siamo motivatissimi. Non posso aggiungere altro.
M.A.