Sport, 20 luglio 2023

“I Mondiali daranno nuovi impulsi al calcio femminile”

L’ex calciatrice ticinese Simona Gennari parla della rassegna iridata che scatta oggi

LUGANO - Oggi iniziano i campionati mondiali in Nuova Zelanda e in Australia. Un avvenimento che avrà un seguito mediatico mai visto in precedenza (anche la RSI sarà presente). Un giusto riconoscimento, in fondo, ad un movimento che negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo incredibile, come ci conferma Simona Gennari, ex giocatrice del Rapid Lugano e della nazionale rossocrociata e oggi responsabile del club “Tutti in gioco” nonché membro attivo della Fondazione Gabbiano. “Lo sviluppo del calcio femminile è molto rapido. Si è investito molto nell’educazione e in altre risorse, ma per l’UEFA tutti gli aspetti di sviluppo sono importanti. Se paragoniamo il calcio femminile di oggi a quello di 5-10 anni fa, è tutta una altra disciplina”. 



Parole che confermano il grande passo avanti del calcio femminile, che soltanto qualche anno fa era considerato come una sorta di “figlio della serva”. Oggi il calcio che un tempo veniva ironicamente definito “in gonnella” ha uno spazio importante: si è creato un’ organizzazione di primo livello, ha un seguito popolare incredibile, tantissime bambine che si iscrivono alle scuole-calcio ma soprattutto ha saputo vincere i pregiudizi di una società, a non dubitarne, maschilista. “Affermare che il calcio femminile sia cresciuto in modo esponenziale è quasi scontato. Tuttavia rende bene l’idea. Inoltre: è stato abbattuto il pregiudizio che si nutriva nei suoi confronti. E questo è un fatto molto importante. In generale questo è un forte cambiamento che coinvolge tutta la società civile.La donna è più considerata e occupa importanti ruoli dirigenziali e politici. Il mondo va avanti e si libera dei pregiudizi. In Svizzera, per esempio, abbiamo votato a favore del matrimonio anche per le coppie omosessuali, approvata a grande maggioranza dal popolo svizzero”. 


Il calcio femminile, insomma,vola.
Direi proprio di sì. Basta vedere l’entusiasmo che hanno suscitato i campionati Europei in Inghilterra e la grande aspettativa per i Mondiali in Nuova Zelanda e in Australia. Tanto pubblico, tanto interesse mediatico e naturalmente tanta passione. Basti dire che alcune televisioni hanno inviato un nutrito numero di giornalisti per seguire le gesta delle calciatrici. Ora il calcio femminile ha ottenuto il riconoscimento di tutti, soprattutto dall’UEFA e dalla FIFA. Un fatto tutt’altro che scontato.


A proposito di UEFA: la Champions League è stata anche quest’anno un successo.
Ha fatto numeri straordinari. Se qualcuno me lo avesse detto cinque o sei anni fa gli avrei riso in faccia. Invece no: il calcio femminile è fatto di qualità, intensità e pure durezza. E piace, come piace quello degli uomini.


Si è lavorato bene.
Il lavoro alla base è fondamentale. Come in ogni sport che si rispetti, il calcio femminile ha deciso di uscire dagli schemi e di adottare le stesse misure e le stesse idee del calcio maschile e adattarle a sé. Si è partiti con le scuole-calcio e con il tempo era inevitabile che qualcosa accadesse. Ora bisogna insistere, il mondo va veloce e non ci si deve fermare.


E in Svizzera come va?
Come ho detto prima, non bisogna fermarsi. Segnalo inoltre che in tutto il mondo le varie federazioni hanno introdotto il professionismo per le donne calciatrici, che avranno dunque la possibilità di concentrarsi solo sullo sport. Una bella conquista. Anche per la Svizzera!


E in Ticino?
Si va abbastanza bene: il fatto che siamo riusciti ad evitare la sparizione del FC Lugano è stato decisamente positivo per tutto il movimento. Siamo tutti contenti. 


Simona Gennari: due parole sui Mondiali imminenti. Come vede la Svizzera?
Pronostico difficile. È inserita nel girone con Norvegia, Filippine e Nuova Zelanda. Sulla carta dovrebbe poter concludere al secondo posto alle spalle delle favorite norvegesi. Ma la Nuova Zelanda gioca in casa e quindi tutto sarà più difficile. Il talento, tuttavia, non manca. Sono fiduciosa.


M.A.

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