Due giovani di 19 e 21 anni, un cittadino portoghese e un brasiliano, sono stati condannati al carcere e all'espulsione per il brutale pestaggio di un ragazzo avvenuto nel marzo 2022 (vedi articoli correlati). I due erano accusati di tentato omicidio - alternativamente lesioni personali gravi e aggressione - sequestro di persona, rapina, danneggiamento di cose e violazione della sfera privata mediante telecamera.
Entrambi hanno ricevuto 3 anni di carcere, di cui 18 mesi da scontare, dedotti 115 giorni (circa 4 mesi) per il tempo già trascorso in carcere preventivo.
Se i giudici non hanno ritenuto il tentato omicidio, perché “non è stato possibile dimostrare la pericolosità dei colpi e che gli imputati hanno sempre negato di voler uccidere la vittima”, li hanno ritenuti colpevoli di tentata lesioni personali gravi. "Nonostante non esistesse un piano iniziale, si sono pienamente associati a tutti i colpi inflitti e non hanno potuto ignorare il rischio di provocare lesioni gravi o addirittura mortali", ha affermato il giudice, citato da “la Tribune de Gèneve”.
Ha ricordato inoltre che il fratello maggiore, mandante di questa vendetta, aveva consegnato un coltello al suo complice e non era mai intervenuto fisicamente per fermare "la pioggia di colpi".
Il suo amico, chiamato come rinforzo poco prima dei fatti, si era intanto armato di coltello, con il quale aveva strappato le mutande della vittima, e aveva travolto quest'ultimo con un colpo al polpaccio, facendolo cadere a terra. terra e perdere conoscenza. Il giudice ha inoltre sottolineato “la consapevolezza dei due uomini, che hanno cercato di minimizzare il loro ruolo e hanno sofferto di amnesia durante il processo”.
Il giudice ha anche ordinato l'espulsione di cinque anni dei due dalla Svizzera. Le parti possono tuttavia ancora presentare ricorso contro la sentenza.