Svizzera, 25 dicembre 2025

L'Austria (e altri paesi) sta cercando di "rubare" sedi diplomatiche alla Svizzera

Attualmente, Berna non è in buoni rapporti con la Ministra degli Esteri austriaca Beate Meinl-Reisinger. Il motivo è che le autorità austriache, dirette da Meinl-Reisinger, stanno cercando di sottrarre il maggior numero possibile di dipendenti dell'ONU da Ginevra per portarli a Vienna.

Secondo quanto riporta il Blick, l'Austria ha scritto a diverse sotto-organizzazioni ONU a Ginevra e New York per chiedere il loro trasferimento nella sua capitale. Vienna si dice persino disposta a coprire parte dei costi del personale se le posizioni venissero trasferite a Vienna. Per la Svizzera, questo rappresenta un affronto diplomatico.

Per anni, tra Vienna e Berna ha prevalso un accordo non scritto: Ginevra rispetta la sede austriaca delle Nazioni Unite, in cambio Vienna non cerca di attirare fuori dalla città le entità con sede in Svizzera. Dietro le quinte, i diplomatici svizzeri accusano ora gli austriaci di una vera e propria "acquisizione ostile". Il nervosismo è aumentato da quando è emersa la notizia che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite potrebbe trasferire alcuni dei suoi 900 dipendenti da Ginevra a Vienna.

Ma l'Austria non è l'unico Paese in lizza per i posti di lavoro a Ginevra. Anche altre località stanno prendendo in considerazione le attività delle Nazioni Unite. Fra queste vi è la città italiana di Torino, che, sebbene gli Stati membri delle Nazioni Unite non vi abbiano una rappresentanza permanente, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sta valutando il trasferimento di decine di posti di lavoro da Ginevra al Piemonte. Le cifre menzionate hanno oscillato tra 300 posizioni, poi 100 e poi di nuovo 300. Presso la Segreteria di Stato per gli Affari Economici (SECO), responsabile delle questioni relative all'OIL, l'offensiva italiana sta suscitando irritazione.



Vi è poi Roma dove l'UNICEF ha annunciato che circa 300 posizioni dalla sua sede di Ginevra sarebbero state trasferite nella capitale italiana per ridurre i costi a fronte del calo dei finanziamenti. O ancora Lione dove c'è una sede dell'Organizzazione della sanità e l'organizzazione ha già trasferito l'Accademia dell'OMS, il programma Health Workforce e Nursing. Dal 2023, ogni anno si tengono lì sessioni di formazione in presenza, che attraggono fino a 16'000 professionisti sanitari. A Valencia, in Spagna, il Centro di Calcolo delle Nazioni Unite (UNICC), con sede a Ginevra, sta valutando di trasferire alcuni posti di lavoro mentre altre potrebbero anche essere trasferite da New York. Anche Bonn, in Germania, ha presentato una proposta all'OIL per trasferire alcune delle sue attività dalle rive del Lago di Ginevra a quelle del Reno. La Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni, che lavora con migranti e rifugiati, si è già trasferita a Roma.

Il Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE) ha protestato presso i Paesi limitrofi contro queste manifestazioni di concorrenza, che considera sleali. Da parte sua, la diplomazia svizzera sta lavorando instancabilmente nella speranza di impedire un esodo di massa da Ginevra.

A tal fine, Berna si basa su un argomento chiave: Ginevra è la seconda sede ONU più grande al mondo, con 184 missioni permanenti, un numero di gran lunga superiore a quello della maggior parte delle altre sedi. Indebolire Ginevra equivarrebbe a indebolire il multilateralismo. Un trasferimento può sembrare vantaggioso a breve termine, ma raramente si rivela redditizio a lungo termine.
Sebbene Ginevra sia certamente più costosa di altre città, la Svizzera offre un sistema educativo e sanitario di alta qualità. A Nairobi (Kenya), ad esempio, sono necessari ingenti investimenti in servizi di sicurezza privati, cosa che non avviene a Ginevra.

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