Chi controlla l'efficienza degli impianti solari, installati spesso con sussidi pubblici? È ciò che chiedono, in sostanza, alcuni granconsiglieri della Lega dei Ticinesi (Andrea Sanvido, Omar Balli, Sem Genini e Eolo Alberti), del Centro (Arnaldo Caccia) e dei Verdi liberali (Sara Beretta Piccoli) in un'interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato.
“Negli ultimi anni, complice l’aumento del costo dell’energia, la politica dei sussidi ed una grande spinta dettata anche dai media, molti proprietari d’immobile hanno deciso di dotare il loro stabile di un impianto fotovoltaico” si legge nel testo dell'interrogazione. Per i deputati sarebbe oggi difficile verificare la qualità di tutti gli impianti installati e gli avrebbero ricevuto segnalazioni di situazioni che gli hanno spinti a interpellare il governo sulla questione.
In particolare, gli interroganti chiedono al Consiglio di Stato se ritiene corretto che molti impianti fotovoltaici siano forniti “chiavi in mano” e che il committente riceva un impianto installato da una ditta che poi retribuisce un controllore che ne attesta la qualità. “Una situazione che non sembra offrire le garanzie minime a tutela del committente” e che quindi “sarebbe auspicabile che il controllore non sia anche l’esecutore del lavoro”.
Per questo gli scriventi chiedono al governo se non ritiene regolamentare l’accesso sul mercato di installatori qualificati in modo che i committenti di impianti solari possano avere le necessarie garanzie sul lavoro svolto e sulla qualità degli impianti.
Infine, dato che quest'attività è in piena espansione, gli interroganti chiedono al governo se sta, o se intende, promuovere l'assunzione di manodopera locale e qualificata in questo mercato.