Ticino, 19 dicembre 2023

Eccessi di frontalierato, "introdurre una clausola di salvaguardia a tutela del mercato del lavoro ticinese"

*Mozione di Lorenzo Quadri al Consiglio Federale

Anche l’ultimo rilevamento dell’Ufficio federale di statistica fa stato di un aumento del numero di frontalieri in Ticino, che è ormai di 80mila unità. E’ evidente che una tale cifra, su una popolazione di circa 350mila abitanti, è del tutto sproporzionata e non risponde ad alcuna “esigenza dell’economia”. Si rileva l’esplosione del frontalierato nel settore terziario: prima della libera circolazione delle persone, i permessi G attivi in questo settore erano circa 10mila, oggi sono cinque volte di più. 


Simili cifre certificano, semmai ve ne fosse ancora bisogno, l’inutilità della “preferenza indigena light”; inutilità peraltro programmata e voluta. Il “nuovo” accordo sulla fiscalità dei frontalieri aumenta la pressione fiscale su questi ultimi; ciononostante, la differenza salariale tra Svizzera (Ticino) ed Italia rimane estremamente importante. Il progressivo rafforzamento del franco sull’euro accresce notevolmente il divario: un frontaliere che nel 2008 guadagnava 3000 franchi al mese, dopo averli convertiti in euro si trovava in tasca 1800 euro. Oggi lo stesso frontaliere, con lo stesso stipendio svizzero, di euro ne guadagna oltre 3100. A ciò si aggiunge che, con il nuovo accordo sui frontalieri, il moltiplicatore comunale medio d’imposta applicato ai permessi G scenderà al 79% contro il 100% attuale; il che implica un importante sgravio fiscale a beneficio dei frontalieri. L’Italia sta tentando varie misure per scoraggiare la partenza verso il Ticino di determinati profili professionali, in particolare nel campo infermieristico.

A livello federale si assistente per contro ad un generalizzato disinteresse nei confronti della situazione sul mercato del lavoro ticinese. Il CF si nasconde dietro alle statistiche della SECO sulla disoccupazione le quali, conteggiando solo il numero degli iscritti agli URC, forniscono una visione distorta della realtà sul territorio. Il recente accordo sul telelavoro dei frontalieri, sottoscritto dal CF, porterà ad ulteriori abusi e distorsioni a danno dei lavoratori residenti, dal momento che l’ “home office” dei permessi G sfuggirà ad ogni controllo.

La necessità di elaborare una clausola di salvaguardia a tutela del mercato del lavoro ticinese è dunque attuale e nell’interesse della fascia di confine sia svizzera che italiana: un dialogo al proposito, in particolare con la Regione Lombardia, è certamente possibile e necessario.

*Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi

Guarda anche 

Cala il consumo della TV in Ticino: la RSI fa anche peggio

COMANO - Il rapporto tra i ticinesi e la televisione pubblica è ai minimi storici. Lo confermano i dati ufficiali diffusi dall’Ufficio di statistica del Cant...
31.03.2025
Ticino

"Abbiamo risorse sufficienti per le verifiche sulle abitazioni secondarie?"

Le residenze secondarie sono al centro di un'interrogazione del gruppo Lega di Lugano (primo firmatario Mauro Gaggini). “Troppo spesso assistiamo a situazioni n...
29.03.2025
Ticino

La crisi si sta abbattendo sul Ticino. Il Consiglio di Stato se ne sta accorgendo?

Lodevole Consiglio di Stato, il recente Notiziario statistico 2025-10 pubblicato dall'Ufficio di statistica del Canton Ticino delinea un quadro economico profondam...
27.03.2025
Ticino

La Fondazione Giuliano Bignasca continua gli incontri di sostegno

L’incontro della Fondazione Giuliano Bignasca tenutosi il 22 marzo si è svolto con successo. Durante la giornata si sono svolti quattro colloqui, sono sta...
30.03.2025
Ticino

Informativa sulla Privacy

Utilizziamo i cookie perché il sito funzioni correttamente e per fornirti continuamente la migliore esperienza di navigazione possibile, nonché per eseguire analisi sull'utilizzo del nostro sito web.

Ti invitiamo a leggere la nostra Informativa sulla privacy .

Cliccando su - Accetto - confermi che sei d'accordo con la nostra Informativa sulla privacy e sull'utilizzo di cookies nel sito.

Accetto
Rifiuto