MILANO (Italia) – Prima quasi la osannavano tutti, ora dopo l’errore clamoroso commesso da Chiara Ferragni, tutti sono pronti a scagliarsi sulla preda in modo famelico, trovando e cercando errori e violazioni. Mentre la procura di Milano, infatti, attende il deposito di una prima informativa della Guardia di Finanza per il caso Ferragni-pandoro, è probabile che le indagini andranno a controllare tutti i contratti in cui compare la parola beneficenza. Oltre al pandoro e alle uova di Pasqua, insomma, dovrebbe essere raccolte tutte le carte e gli approfondimenti su una bambola a sua immagine e somiglianza da lei sponsorizzata.
Stando alle prime indiscrezioni, al momento non ci sono indagati in merito e neanche titoli di reato, ma l’inchiesta oltre a far chiarezza sulla questione pandoro proverà ad approfondire l’idea che ogni attività della Ferragni postata sui social con lo scopo di donare dei fondi a sostegno di onlus, ospedali, bambini in difficoltà e via dicendo, dovrà essere indagata e controllata. Tra queste anche la bambola creata dopo il matrimonio con Fedez e venduta tramite il suo e-commerce ‘The Blonde Salad’, per poi devolvere il ricavato all’associazione ‘Stomp Out Bullying’, impegnata alla lotta contro il cyberbullismo.
“In merito a quanto riportato da alcuni organi di informazione relativamente alla bambola Ferragni, i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola, al netto delle commissioni di vendita pagate al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione ‘Stomp Out Bullying’ nel luglio 2019”, si legge nella nota rilasciata da Tbs crew Srl, la società controllata da Chiara Ferragni.