MELBOURNE (Australia) – Una finale epica, al cardiopalma, intensa, lottata, ripresa con le unghie e la forza di volontà, oltre che con la tecnica. Dopo la finale delle ATP Finals persa e la Coppa Davis vinta con la sua Italia, Jannik Sinner sembrerebbe averci preso davvero gusto e ieri ha trionfato in maniera sublime e incredibile a Melbourne, superando nella finale degli Australian Open il russo Medvedev al 5° set, dopo essersi trovato sotto per 0-2. Come logico fosse, nella vicina Italia l’esaltazione e il giubilo continuano da ieri – ma anche nei giorni e nelle settimane precedenti l’appuntamento australiano in molti parlavano di Sinner, dopo le emozioni vissute a cavallo tra le ATP Finals e la Coppa Davis – con l’altoatesino nuovo paladino del tricolore, capace di muovere le masse, di far svegliare all’alba milioni di telespettatori e di far posticipare il sacro pranzo domenicale, esattamente come una volta succedeva con Alberto Tomba e Valentino Rossi, per restare in Italia, o come avveniva alle nostre latitudini con Roger Federer.
Roger Federer, già. Il paragone non regge, le due carriere non sono minimamente paragonabili e avvicinabili al momento, ma una cosa Roger e Jannik la hanno in comune e i tifosi se ne sono subito innamorati: il sorriso, la semplicità e la capacità di attirare a sé il pubblico. Roger dove andava andava era osannato, incitato, applaudito, inseguito dai fan… con Sinner si intravvede il medesimo atteggiamento. Sarà che Melbourne è piena di italiani immigrati – o di figli di immigrati – ma in queste due settimane di torneo bastava guardare le tribune della Rod Laver Arena (durante la finale o la semifinale conquistata contro Djokovic) o della Margareth Court Arena per intuire quanto l’italiano sia riuscito già a portare a sé il parere e il tifo del pubblico. Una cosa che, per esempio, non è mai riuscita allo stesso Djokovic che, spesso e volentieri, battibecca con chi si trova sugli spalti.
Difficile dire se l’ATP possa aver trovato una sua nuova stella o quel tennista in grado di spezzare definitivamente l’egemonia del serbo e di iniziare a scrivere una nuova storia tennistica, anche perché forse si pensava la stessa cosa di Alcaraz e dello stesso Medvedev, ma Sinner ha dalla sua diversi numeri importanti e impressionanti. Prima di tutto l’età: a 22 anni ha centrato il suo primo Slam (diventando il primo nuovo vincitore degli Australian Open, dopo Wawrinka del 2014, visto che dal 2015 ad alzare la coppa al cielo erano sempre stati o Djokovic, o Federer o Nadal). Senza considerare alcune statistiche impressionati: negli ultimi 4 scontri diretti con Nole, Jannik ha trionfato 3 volte, perdendo solo nell’atto conclusivo delle Finals, mentre contro Medvedev – dopo una lunga serie di sconfitte – l’altoatesino ha trionfato 4 volte su 4 incroci. Mica male…