Tornando a Roger Federer: lui e Sinner si sono conosciuti nel mese di febbraio del 2018, con l’altoatesino che aveva appena compiuto 16 anni. Si affrontarono in allanamento sul campo di coach Piatti a Bordighera. Nel 2019 poi, ma in questa occasione a Roma, il renano ritrovò ancora Sinner fra una partita e l’altra degli Internazionali. “E’ più forte, ha fatto grandi miglioramenti –sentenziò Federer –. Sembra un bravo ragazzo e ha la stoffa del grande campione”, dichiarò al Quotidiano Sportivo. L’anno dopo, in Australia, Federer elargì nuovi elogi al talentuoso teniista italiano di Sesto: “Tira dritto e rovescio alla stessa velocità, ed è molto raro”, disse l’idolo svizzero - Sono sicuro che il futuro gli sorriderà”.
Un pronostico che ha trovato piena conferma sui campi di Melbourne e che si riflette nelle attuali dichiarazioni ammirate di Jannik nei confronti del maestro svizzero. Tennisticamente i due hanno qualche affinità, anche se i colpi del grande tennista elvetico, che si è ritirato nel 2022, sono inimitabili. Ma Jannik ha comunque preso spunto dalle movenze del basilese per migliorarsi. Ha cercato insomma di acquisire più nozioni possibili dalle sue giocate. Così Sinner: “Federer è sempre stato il mio maestro ideale, un idolo del tennis e della vita. Se vincessi solo un terzo di quanto ha vinto lui, sarei felice”. Lo svizzero e il nuovo campione hanno centrato il primo Slam entrambi al diciassettesimo tentativo e a 22 anni: a Jannik mancano ora diciannove Slam per pareggiare il nostro fuoriclasse. Tanti? In molti credono che sia un traguardo raggiungibile.
L’altoatesino non ha comunque fatto mistero di voler imitare il Mito soprattutto dal punto di vista dell’attitudine e del modo di vivere il mondo del tennis. Come scriveva nei giorni scorsi il Quotidiano Sportivo, “ ci sta già riuscendo alla grande. La misura del suo comportamento dentro e fuori il campo, la consapevolezza di godere del privilegio di cavalcare la propria passione è la migliore garanzia per sperare in una era Sinner duratura”.
Intanto il giovane Jannik si sta godendo il suo primo trionfo in uno Slam. In Italia Adriano Panatta, ultimo azzurro a vincere un torneo di grande livello (Roland Garros 1976, battuto in finale Harold Salomon) si è premurato di dire che “è assolutamente felice che un italiano lo abbia eguagliato. Con Sinner in campo ho sempre creduto che prima o poi un altro compatriota avrebbe vinto uno Slam”.
Un'ultima considerazione. In poco tempo il tennista di Sesto è diventato molto popolare. Piace per il suo comportamento: è semplice, umile e simpatico. Sempre col sorriso sulle labbra. Quando in semifinale ha battuto ed eliminato il numero 1 al mondo Nole Djokovic e quando in finale ha sconfitto Daniil Medvedev non si è lasciato andare ad atteggiamenti guasconi o baldanzosi. Lui che ha letteralmente dominato il serbo, al punto che a fine partita Nole ha dichiarato di aver ricevuto un’autentica lezione di tennis.
JACK PRAN