“Il quotidiano” RSI del 2.2.24 ha dato voce alla sig.ra Di Dio per le “famiglie” monoparentali, senza tuttavia darla ai padri che non pagherebbero i contributi alimentari, né che pagano i contributi alimentari ma a cui è negato di poter vivere la propria prole. Niente dei contesti né dei motivi per i quali ai padri è subentrato l'anticipo alimenti. Niente si è detto dei figli costretti a vivere senza padre, dei perché e dei danni che questo provoca ad entrambi.
Niente sulle insufficienti possibilità di coinvolgimento nell'accudimento alternato dei figli “concesso” dalle madri ai padri volenterosi, che permetterebbe a queste ultime di reagire al loro impoverimento con un maggiore e precoce reinserimento nel mondo del lavoro. “Il coinvolgimento da subito, pratico ed empatico, del padre nella genitorialità ha esiti positivi per lo sviluppo cognitivo, sociale e affettivo dei bambini, crea fin dall’inizio un forte legame affettivo, migliora la salute psico-fisica della prole e della madre e contribuisce alla parità fra uomini e donne e al contrasto alla violenza domestica” (www.epicentro.iss.it), con una sana crescita psico-fisica della prole e l’accudimento di entrambi i genitori. Si offriranno ai figli due genitori su cui contare, invece di allontanarne da loro e farne impoverire oltremodo uno (al 95% dei casi il padre) mentre l’altro (al 95% la madre) non sarà in condizione di svilupparsi professionalmente e quindi rimarrà sempre alla ricerca di poter beneficiare di ulteriori entrate finanziarie da ogni parte possibile.
Come mai i pretori e le arp insistono con questi affidi esclusivi con cospicui contributi di mantenimento, a scapito dei figli, e dei padri che vogliono essere parimenti presenti e accudenti? Per oggettività e equidistanza attesa dalla TV pubblica, questi punti andavano approfonditi, dando spazio ai vari interlocutori coinvolti: un breve dibattito in diretta sul tema, senza pregiudizi e in modalità "non politically correct" era assolutamente necessario. Ritenuto come il Parlamento federale elvetico stia indirizzandosi in modo deciso verso la regola della custodia alternata dei figli dopo la separazione dei genitori, quanto qui offerto dalla RSI risulta ai tempi attuali “parziale e superato”. Perché la TV pubblica evita di far parola di questo cambiamento di paradigma e persiste a remare contro il bene dei figli dei separati? Ecco alcuni dei motivi per cui tanti padri separati ed io voteremo "SI" alla riduzione del canone tv a 200 fr annui.
Niente sulle insufficienti possibilità di coinvolgimento nell'accudimento alternato dei figli “concesso” dalle madri ai padri volenterosi, che permetterebbe a queste ultime di reagire al loro impoverimento con un maggiore e precoce reinserimento nel mondo del lavoro. “Il coinvolgimento da subito, pratico ed empatico, del padre nella genitorialità ha esiti positivi per lo sviluppo cognitivo, sociale e affettivo dei bambini, crea fin dall’inizio un forte legame affettivo, migliora la salute psico-fisica della prole e della madre e contribuisce alla parità fra uomini e donne e al contrasto alla violenza domestica” (www.epicentro.iss.it), con una sana crescita psico-fisica della prole e l’accudimento di entrambi i genitori. Si offriranno ai figli due genitori su cui contare, invece di allontanarne da loro e farne impoverire oltremodo uno (al 95% dei casi il padre) mentre l’altro (al 95% la madre) non sarà in condizione di svilupparsi professionalmente e quindi rimarrà sempre alla ricerca di poter beneficiare di ulteriori entrate finanziarie da ogni parte possibile.
Come mai i pretori e le arp insistono con questi affidi esclusivi con cospicui contributi di mantenimento, a scapito dei figli, e dei padri che vogliono essere parimenti presenti e accudenti? Per oggettività e equidistanza attesa dalla TV pubblica, questi punti andavano approfonditi, dando spazio ai vari interlocutori coinvolti: un breve dibattito in diretta sul tema, senza pregiudizi e in modalità "non politically correct" era assolutamente necessario. Ritenuto come il Parlamento federale elvetico stia indirizzandosi in modo deciso verso la regola della custodia alternata dei figli dopo la separazione dei genitori, quanto qui offerto dalla RSI risulta ai tempi attuali “parziale e superato”. Perché la TV pubblica evita di far parola di questo cambiamento di paradigma e persiste a remare contro il bene dei figli dei separati? Ecco alcuni dei motivi per cui tanti padri separati ed io voteremo "SI" alla riduzione del canone tv a 200 fr annui.
Gian Franco Scardamaglia, coordinatore Movimento Papageno e candidato al Consiglio comunale di Losone per la Lega dei ticinesi