Gli oppositori dell'iniziativa per la riduzione del canone radiotelevisivo da 335 a 200 franchi questa settimana hanno lanciato la loro campagna. Il comitato oppositore, finanziariamente, sostiene aver raccolto un milione di franchi per contrastare l'iniziativa, sostenuta, a livello svizzero, dall'Unione Democratica di Centro (UDC), dall'Unione delle Arti e dei Mestieri e da una parte del PLR.
Ma parte di questo milione proviene direttamente dalle casse della SSR. Secondo un'inchiesta del "Tages-Anzeiger", l'associazione mantello della Società Svizzera di Radiotelevisione (SRG SSR), un'entità separata dalla SRG SSR stessa, li ha sostenuti con 400'000 franchi. Questa cifra è stata confermata da Cécile Bachmann, membro del consiglio di amministrazione di un'associazione nella Svizzera tedesca. Secondo lei, l'intera somma proviene dalle riserve delle associazioni regionali della SRG SSR, costituite da quote associative e redditi immobiliari e non sarebbe in alcun modo denaro proveniente dal canone radiotelevisivo.
Bachmann non vede quindi alcun problema nel coinvolgimento dell'associazione nella campagna referendaria. Il suo statuto stabilisce che debba "esercitare un'influenza sullo sviluppo della politica dei media in Svizzera", cosa che sta presumibilmente facendo con questa donazione.
Il consigliere nazionale Thomas Matter dell'Unione Democratica di Centro (UDC) ha definito questa ingerenza della SSR "un'insolenza incredibile" in un'intervista al Tages-Anzeiger. Che il denaro provenga dall'associazione o dall'azienda è "in definitiva una questione di lana caprina". "La SSR non dovrebbe finanziare campagne politiche", ha affermato.





