Sempre più spesso i rifugiati vengono assegnati ai comuni senza una previa decisione in materia di asilo. Una situazione insostenibile secondo il vicepresidente dell'Associazione dei comuni svizzeri Jörg Kündig, che in un'intervista al Blick spiega i problemi a cui devono far fronte i comuni in ambito di asilo.
Secondo Kündig, molti comuni svizzeri semplicemente non saranno in grado di mettere a disposizione gli alloggi aggiuntivi entro luglio dal momento che gli alloggi necessari semplicemente non sono disponibili. In molte regioni il numero di case sfitte è estremamente basso.
Secondo lui, la Confederazione dovrebbe farsi carico dei richiedenti l'asilo nei centri federali fino alla decisione se concedere o meno l’asilo. Attualmente la Segreteria di Stato della migrazione manda sempre più rifugiati senza una decisione valida nei Cantoni, dove vengono poi distribuiti tra i Comuni. “Questa situazione è insostenibile”.
Un prerequisito per l'integrazione, aggiunge Künding rispondendo a una domanda sull'integrazione degli asilanti, sarebbe una decisione positiva sulla possibilità di restare. Se questa possibilità non esiste, “come troppo spesso accade oggi”, il sistema di asilo attualmente in vigore è praticamente inutile. “Non sappiamo chi dovremmo includere. Ciò rende la pianificazione quasi impossibile e il lavoro dei comuni ancora più difficile. Al problema dell'alloggio si aggiunge quello del sostegno in termini di formazione e inserimento nel mercato del lavoro. Servono traduttori e insegnanti. Non sono lì su richiesta. Un’ulteriore sfida è la regolamentazione secondo la quale i bambini – provenienti da famiglie con o senza diritto di soggiorno – devono frequentare la scuola fin dal primo giorno” spiega, descrivendo una situazione che “sta mettendo a dura prova il nostro sistema scolastico. Abbiamo bisogno di personale docente e di locali scolastici adeguati”.
Künding è inoltre preoccupato per la criminalità che sarebbe “un problema crescente” e che “in questo contesto che è necessario un intervento sostanziale”. Menziona che i problemi riguardano spesso richiedenti l'asilo proveniente dal Nordafrica “ma anche i rom che arrivano con il passaporto ucraino sono problematici per i comuni. Ottengono lo status S e spesso non sono pronti per l'integrazione, i loro figli non vengono mandati a scuola. Causano grandi spese e poi scompaiono all'improvviso, senza preavviso”.