Svizzera, 06 maggio 2024

Magistratura allo sbando: tribunale o Asilo Mariuccia?

Mobbing, denunce incrociate, vendette. E la tempistica non poteva essere peggiore

Per l’ennesima volta, la giustizia ticinese si presenta come una via di mezzo tra un nido di vipere e l’Asilo Mariuccia. Ricordiamo nell’autunno 2020 la telenovela dei 5 Procuratori pubblici che vennero asfaltati dal Consiglio della Magistratura (CdM), ma furono poi rieletti dal parlatoio cantonale. Il Consiglio della Magistratura venne bacchettato anche dal Tribunale d’appello per il suo modo di procedere, ciò che portò a partenze in massa (ben 9 membri su 12) dal CdM.

Nel mentre che la sceneggiata si consumava, si verificò pure il caso del presidente del Tribunale penale Mauro Ermani che mandava imbarazzanti messaggini whatsapp al Procuratore generale Andrea Pagani per raccomandare una sua collaboratrice che ambiva alla carica di Procuratrice pubblica: “ Trattamela bene, o ricomincio a parlar male di voi”.

Mercato del bestiame
Nel frattempo e sempre ben presente sullo sfondo, il mercato del bestiame della nomina dei magistrati ad opera del parlatoio cantonale, accompagnato da costanti polemiche, smorzate o gonfiate in base alla convenienza della politichetta triciclata. E’ difficile allontanare il sospetto che la sempre strombazzata sottodotazione del Ministero pubblico sia dovuta anche alla scarsa idoneità di taluni PP. Non c’è da stupirsi se chi è stato nominato solo perché del partito giusto poi, quando c’è da venire al dunque, non sia in grado di svolgere il proprio lavoro.

Anche a  Berna...

 


Non che ad altri livelli le cose funzionino diversamente. Anche i magistrati federali vengono scelti dal parlatoio bernese in base a modalità da mercato delle vacche.

E abbiamo visto che il funzionario doppio-passaporto che avrebbe dovuto rappresentare la Svizzera davanti alla CEDU nella causa intentata dalle “anziane per il clima”, pochi giorni dopo la sentenza è diventato giudice della corte di Strasburgo, in rappresentanza del Liechtenstein. Però su questo scandaloso inciucio che rischia di danneggiare pesantemente la Svizzera, la partitocrazia tace omertosa. E la stampa di regime - così pronta a scatenare shitstorm (tempeste di cacca) su molto meno a scopo di politichetta – non fa neppure il minimo sindacale.

Ma sono persone adulte? 

L’ultimo circo equestre riguarda il Tribunale penale cantonale. Al suo interno sono emerse “ situazioni di mobbing di lunga durata (tra segretarie, tra segretarie e giudici, tra segretarie e giudici e/o cancellieri e viceversa), se non molestie sessuali, quantomeno apprezzamenti inopportuni, commistioni, vendette, ricattini e raccomandazioni sul “chi deve stare dalla parte di chi”, protezionismi, faziosità e via dicendo”.


Il passaggio è ripreso da un’interrogazione al governicchio del deputato PLR Matteo Quadranti, certamente non filoleghista. Al Consiglio della Magistratura sono giunte segnalazioni di giudici contro altri giudici.

Leggendo le cronache di questo nuovo teatrino, viene da chiedersi se si ha a che fare con persone adulte o con allievi del citato Asilo Mariuccia. Purtroppo i protagonisti della pantomima non solo sono adulti, ma sono magistrati chiamati a giudicare i cittadini. Che fiducia possono avere i ticinesi in un Tribunale dove giudici e funzionari passano il tempo a litigare ed a denunciarsi a vicenda?

E come mai la partitocrazia e la stampa di regime non pretendono che il presidente del Tribunale 
penale si autosospenda, visto il casotto creatosi sotto la sua conduzione? Forse perché non è un leghista? E’ infatti palese che, se lo fosse stato, altro che shitstorm: saremmo già allo shit hurricane (uragano di cacca).

Mandato strampalato

Ciliegina sulla torta: il governicchio ha pensato bene di affidare gli accertamenti sul caos al Tribunale penale alla solita avvocata Maria Galliani, ex Procuratrice pubblica. Costei, in virtù del suo ruolo professionale, è “utente” quotidiana del Tribunale penale. Adesso viene chiamata a giudicare il comportamento dei magistrati che giudicano i suoi clienti. Ossignùr. Sorprende non solo che il governicchio abbia assegnato il mandato all’avv. Galliani, ma che lei l’abbia accettato: possibile che non ne abbia colto l’inopportunità? E’ chiaro che questo
 ruolo inquirente andava affidato a qualcuno di esterno alla realtà cantonale.

Possibile vittima collaterale 

Ancora una volta, dunque, la giustizia di questo sfigatissimo Cantone rimedia una figura marrone. Già la sua immagine non è delle migliori (eufemismo), in quanto troppo spesso risulta inflessibile solo con gli automobilisti incappati nelle maglie di Via Sicura, ma buonista-coglionista con i delinquenti, specie se stranieri.

Questa volta c’è pure l’aggravante della tempistica, che non poteva essere peggiore. E’ chiaro che lo psicodramma all’interno del Tribunale penale non giova alla causa della “cittadella della giustizia”, ovvero dell’acquisto dello stabile EFG su cui voteremo il prossimo 9 giugno. La nuova sede è necessaria, qualsiasi altra opzione risulterebbe più cara di quella decisa dal Gran Consiglio, e la permanenza a Lugano del potere giudiziario è doverosa.

Ci mancherebbe solo che, con le loro puerili faide interne, magistrati e funzionari del Tribunale penale rischiassero di far saltare il progetto EFG quale danno collaterale.

Se ciò accadesse, dopo aver mandato in palta l’immagine della giustizia, lorsignori ne avrebbero sabotato anche l’operatività, nuocendo nel contempo pure al borsello dei contribuenti ed alla città di Lugano. Insomma, un disastro su tutta la linea. Che esigerebbe una chiara assunzione di responsabilità.

Lorenzo Quadri 
*Dal MDD

 

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