La (brutta) sorpresa delle qualificazioni si chiama Italia: vittima del prudente e conservatore CT Enzo Bearzot, fallisce l’accesso agli Europei a beneficio della Romania. Per i campioni del mondo è un colpo durissimo e la stampa la seppellisce di critiche. Il primo segnale che sarebbe stata dura arriva nell’autunno del 1982, quando nella gara amichevole per festeggiare il titolo iridato appena conquistato in Spagna, Zoff e soci vengono battuti a Roma dalla poco quotata Svizzera (rete di Elsener). Italia non qualificata, dunque, così come la Polonia, quarta ai Mondiali, la Cecoslovacchia e anche l’Olanda, una delle nazionali più forti dell’epoca.
Nel primo gruppo della fase finale la Francia vince senza troppi problemi, anche se nella partita d’esordio stenta maledetta mente contro la generosa e vivace Danimarca. Belgio e Jugoslavia per contro non rendono come dovrebbero e così i danesi riescono ad acciuffare il secondo posto alle spalle di Platini e soci, malgrado, appunto, la sconfitta nella partita inaugurale. Francia e Danimarca in semifinale insieme a Spagna e Portogallo che eliminano a sorpresa la Germania detentrice del trofeo. La nazionale tedesca è in pieno caos: il CT Jupp Derwall paga per tutti, e in particolare patisce la faida interna fra i giocatori, il rapporto fra i quali è rotto da invidie e gelosie.
La prima semifinale mette di fronte i “galletti” di Michel Hidalgo e i lusitani. Risulterà la più bellapartita dell’Europeo. Il Portogallo va in vantaggio prima di essere raggiunto e costretto ai supplementari, durante i quali si scatena Platini, che segna il gol decisivo ad un minuto dalla fine. Per gli oltre 20 mila emigrati portoghesi presenti al Velodrome di Marsiglia la delusione è gigantesca. Nella seconda semifinale la lotta è durissima e solo i rigori risolvono la questione: sbaglia il veronese e futuro campione d’Italia Elkjaer Larsen e gli iberici sono in finale. Con un gioco non propriamente spettacolare.
Ma a Parigi, contro i padroni di casa, non la fanno franca. Guidati da un centrocampo ricco di fantasia, geometrie e talento, la Francia affossa gli spagnoli: dapprima colpisce su punizione con Le Roi Platini (complice una papera di Arconada), poi negli ultimi minuti raddoppia in contropiede con Bellone. Francia campione d’Europa 1984, con merito. Quello è il suo primo importante trofeo internazionale: seguiranno i Mondiali del 1998, appunto, l’Europeo del 2000 e un altro Mondiale, nel 2018. Vive la France, vive Le Roi. Nell’Esagono non si fa che parlare di Platini, centrocampista della Juventus campione d’Italia. In quella rassegna risulta essere anche capo-cannoniere con 9 reti. Ma a trionfare è il calcio-champagne dei quattro moschettieri: Fernandez, Giresse, Platini e Tigana (l’intruso…). Che spettacolo per chi li ha visti giocare!
JACK PRAN