Il divieto di costruire nuove centrali nucleari potrebbe presto cadere. È perlomeno l'auspicio del ministro dell'Energia dell'UDC Albert Rösti che intende eliminare il divieto delle centrali nucleari con un controprogetto all'iniziativa “Stop Blackout”.
Rösti deve però fare i conti con una forte opposizione, sia dentro che fuori dal Parlamento. La Fondazione svizzera per l'energia (SES) ha immediatamente lanciato una petizione online per chiedere al consigliere federale dell'UDC di porre immediatamente fine al suo "sabotaggio della rivoluzione energetica". "La legge sull'elettricità ci permetterà di abbandonare i combustibili fossili e l'energia nucleare, che sono pericolosi e obsoleti", scrive Nils Epprecht, direttore del SES. Per riuscire nella transizione energetica dobbiamo ora concentrarci sullo sviluppo delle energie rinnovabili e non perderci “su temi secondari”. Nell'arco di un giorno hanno già firmato l'appello più di 5mila persone.
La proposta di Rösti sta inoltre suscitando vivaci discussioni in Parlamento. Finora gli interventi su questo tema lanciati dall’UDC e dal PLR non sono riusciti a trovare una maggioranza. Tuttavia, i sostenitori dell’energia nucleare sentono che il vento gira. Sperano che una controproposta attentamente formulata possa scuotere la situazione.
Il consigliere nazionale dell'Udc Christian Imark è in prima linea nella lotta contro il divieto di costruzione di nuove centrali nucleari. “Vogliamo una revoca generale del divieto tecnologico”. Secondo lui lo sviluppo delle energie rinnovabili non è sufficiente per garantire un approvvigionamento elettrico indipendente. Inoltre, dopo il sì alla Strategia energetica 2050, la situazione iniziale è cambiata. “Allora pensavamo ancora che l’elettricità mancante potesse essere semplicemente importata”, spiega Christian Imark al Blick.
Il dibattito sulla carenza energetica negli ultimi anni ha dimostrato che è pericoloso fare affidamento esclusivamente sulle importazioni. Uno dei promotori dell'iniziativa Stop Blackout ritiene che un controprogetto potrebbe ottenere la maggioranza in Parlamento grazie ai voti dell'UDC, del PLR e di parte del Centro.
Il PS, i Verdi e i Verdi liberali dovrebbero votare in blocco contro la revoca del divieto delle centrali nucleari: insieme hanno 74 voti nel Consiglio nazionale. Con il Centro ciò rappresenterebbe 105 voti su un totale di 200. Bastano quindi pochi voti contrari del Centro perché il controprogetto di Albert Rösti abbia una chance in Consiglio nazionale. Lo stesso vale per il Consiglio degli Stati, dove Peter Hegglin, eletto dal Centro, fa parte del comitato d'iniziativa. Anche il ticinese Fabio Regazzi sta già prendendo posizione: “I divieti tecnologici vanno aboliti”, dichiara il senatore ticinese.
Il consigliere nazionale del Centro, Thomas Rechsteiner, ritiene che il controprogetto di Albert Rösti abbia possibilità di successo. “Ci saranno sicuramente anche qui persone che vorranno favorire la ricerca e lo sviluppo – o addirittura nuove centrali nucleari”, dice. Qualcuno dovrebbe quindi approvare un controprogetto oppure astenersi. Lui stesso lascia ancora aperte queste due opzioni, precisando: “Non rifiuterò certamente un controprogetto”.
D'altro canto, per Stefan Müller-Altermatt, deputato del Centro esperto in materia di energia, non si tratta di revocare il divieto di costruire nuove centrali nucleari: "Qualsiasi altra soluzione equivarrebbe a sconfessare la nostra attuale direzione e ad avviare un dibattito inutile, perché le nuove centrali nucleari non sono redditizie, né ecologicamente né economicamente”. È convinto che la maggioranza del gruppo parlamentare di Centro voterà come lui.
Anche il consigliere nazionale lucernese Leo Müller non ritiene che il Centro debba fornire i voti decisivi per Albert Rösti. “Siamo relativamente uniti su questo tema”, ha detto. “Il progresso per la strategia energetica e la conseguente uscita dal nucleare è venuto da noi, non possiamo cambiare strategia ogni due anni”. Secondo lui ora dobbiamo concentrarci pienamente sullo sviluppo delle energie rinnovabili. “Tutto il resto sono solo manovre inutili”.
Della stessa opinione è il consigliere nazionale del PLR Matthias Jauslin. All'interno del PLR fa parte di una minoranza che attualmente non vuole nuove centrali nucleari. “Ora dobbiamo usare la nostra energia per sviluppare le energie rinnovabili e non per un’utopia che non è pronta per essere commercializzata”, afferma. Se il controprogetto arrivasse in Parlamento, ci dovrebbero essere “un pugno” di dissidenti, anche nel PLR, ritiene Matthias Jauslin. "Questo dovrebbe quasi compensare quelli del centro." Gli ostacoli per un eventuale ritorno al nucleare non mancano.