Saranno 300 o 200 franchi: nei prossimi anni il canone radiotelevisivo riscosso da Serafe diminuirà. Al termine di una procedura di consultazione, mercoledì il Consiglio federale ha confermato di voler ridurre la bolletta delle economie domestiche a 312 franchi dal 2027 e a 300 fr. dal 2029, rispetto ai 335 franchi che si devono pagare. Anche le imprese beneficeranno di questa riduzione: il fatturato dalla quale il canone verrà riscosso sarà rivisto al rialzo: da 500mila franchi a 1,2 milioni.
Ma non è per generosità che il governo riduce il canone radiotelevisivo. Si tratta della risposta all’iniziativa “200 franchi bastano” lanciata dall'UDC, dai giovani PLR e dell'Unione svizzera delle arti e dei mestieri (Usam) che mira a ridurre di quasi la metà la somma che i cittadini devono versare alla televisione e alla radio in Svizzera. Il Consiglio federale si oppone, desideroso di preservare l’“offerta giornalistica” in Svizzera. "Si tratta di tenere conto di alcune delle preoccupazioni sollevate da questo testo", ha spiegato mercoledì a Berna Albert Rösti, convinto che l'alternativa del Consiglio federale abbia la possibilità di contrastare con successo l'iniziativa.
Il Consiglio federale ritiene che sia possibile ridurre l’onere finanziario sulle economie domestiche e sull’economia garantendo allo stesso tempo un servizio pubblico di qualità. Il "Consiglio federale parte dal presupposto che la SSR sarà ancora in grado di adempiere al suo mandato di servizio", ha assicurato mercoledì il governo. Limitando il canone a 300 franchi, il compenso assegnato alla SSR scenderà da 1,319 miliardi nel 2024 a 1,2 miliardi nel 2029, ovvero una perdita netta per l’azienda di circa 120 milioni.