Una truffa ideata da due giovani olandesi per estorcere denaro a genitori svizzeri preoccupati gli ha permesso di incassare 346'000 franchi. Una truffa che li ha portati martedì a comparire davanti al tribunale di Zurigo e a essere condannati al carcere e all'espulsione dalla Svizzera.
I due giovani, che oggi hanno 21 e 23 anni, si trovavano in Svizzera per alcune settimane l'estate scorsa "per godersi la vita notturna locale", secondo quanto si legge sull'atto di accusa. I due a un certo punto erano a corto di soldi e così hanno pensato contattare dei genitori su WhatsApp, scrivendo loro: “Ciao mamma/papà. Ho un nuovo numero di telefono. Contattami urgentemente su WhatsApp”.
E nella chiacchierata che seguì fecero credere ai genitori che il loro figlio fosse in difficoltà e chiesero loro di pagare diverse migliaia di franchi. Il piano ha funzionato: i due truffatori hanno prelevato 346'000 franchi da 28 vittime. Questo tra metà luglio e metà settembre 2023.
Per portare a termine il loro crimine, i due olandesi hanno cercato i numeri di telefono delle vittime tramite uno speciale programma informatico. Hanno inviato diverse migliaia di SMS in svizzero-tedesco facendo tradurre i loro testi da conoscenti o da un software. Hanno reclutato anche persone conosciute nelle uscite serali che hanno fornito loro, dietro pagamento, carte SIM e conti bancari svizzeri su cui venivano effettuati i pagamenti delle vittime.
Arrestati in autunno, i due delinquenti, che avevano già al loro attivo diverse condanne, sono comparsi martedì davanti al tribunale distrettuale di Zurigo. Hanno confessato la truffa e hanno accettato la proposta di giudizio del pubblico ministero che chiedeva pene detentive con sospensione condizionale a 29 e 35 mesi, di cui sei mesi da scontare. Una pena già scontata dai due imputati che hanno trascorso 206 giorni in carcere preventivo. Inoltre non avranno più il diritto di entrare in Svizzera per sette anni.