I promotori dell’iniziativa sulla biodiversità sostengono di voler fermare la perdita di biodiversità in Svizzera. Nessuno mette in dubbio l'importanza della biodiversità, al contrario, essa è un valore che tutti riconosciamo. Un esempio concreto è il lavoro delle famiglie contadine svizzere, che già oggi dedicano il 20% delle loro superfici agricole alla promozione della biodiversità, nonostante la legge ne richieda solo il 7%. I numerosi progetti a livello locale, cantonale e nazionale, attuati per preservare e migliorare la biodiversità sono una dimostrazione di un impegno reale e significativo. Ma quello che propongono gli iniziativisti non è un miglioramento dell’esistente, bensì uno stravolgimento. Se approvato, causerebbe un eccesso di burocrazia, divieti e regole soffocanti, che andrebbero a ostacolare il buon lavoro già in atto. Per questo è fondamentale votare NO!
Se l’iniziativa venisse accettata, un’importante porzione del territorio svizzero diventerebbe praticamente intoccabile, vincolata da rigide normative che impedirebbero lo sviluppo. Questo avrebbe effetti disastrosi sulle regioni periferiche, limitando gravemente il loro sviluppo economico, l'utilizzo delle energie rinnovabili e la gestione sostenibile dei boschi. Anche il settore agricolo ne soffrirebbe pesantemente: la produzione di derrate alimentari diminuirebbe, mettendo a rischio numerosi posti di lavoro svizzeri e aumentando la nostra dipendenza dalle importazioni estere. Inoltre, assisteremmo a un incremento del turismo degli acquisti, con i consumatori che si sposterebbero verso l'estero per gli acquisti.
Le vere beneficiarie di questa iniziativa sarebbero, in realtà, le associazioni ambientaliste che ne sono, non a caso, i principali promotori. Non è difficile capire perché: ogni progetto futuro dovrebbe essere giustificato da "interessi preponderanti" a livello nazionale o cantonale, non più in base alle esigenze locali o regionali. Questo andrebbe a ridurre drasticamente il potere decisionale dei Comuni e delle regioni, già oggi limitato. Ci troveremmo di fronte a un’impennata di ricorsi legali nei tribunali, con un ulteriore aumento della burocrazia che rallenterebbe ogni decisione e ogni progetto.
Questa iniziativa, pur mascherata da “proposta ambientalista”, è in realtà estrema e controproducente. Invece di favorire la biodiversità, finirebbe per ostacolare il progresso e lo sviluppo sostenibile, danneggiando le comunità locali e riducendo la nostra capacità di autoapprovvigionamento e di gestione equilibrata delle risorse naturali. Il nostro impegno per la biodiversità deve essere basato su un approccio pragmatico, non estremo, che tenga conto delle realtà locali e dei progressi già compiuti.
Per questo, il 22 settembre dobbiamo votare NO a un’iniziativa che, pur avendo un nobile obiettivo sulla carta, porterebbe a risultati devastanti nella pratica. Difendiamo un approccio ragionevole e concreto alla tutela dell'ambiente, senza cedere a estremismi che minacciano il nostro futuro.
Se l’iniziativa venisse accettata, un’importante porzione del territorio svizzero diventerebbe praticamente intoccabile, vincolata da rigide normative che impedirebbero lo sviluppo. Questo avrebbe effetti disastrosi sulle regioni periferiche, limitando gravemente il loro sviluppo economico, l'utilizzo delle energie rinnovabili e la gestione sostenibile dei boschi. Anche il settore agricolo ne soffrirebbe pesantemente: la produzione di derrate alimentari diminuirebbe, mettendo a rischio numerosi posti di lavoro svizzeri e aumentando la nostra dipendenza dalle importazioni estere. Inoltre, assisteremmo a un incremento del turismo degli acquisti, con i consumatori che si sposterebbero verso l'estero per gli acquisti.
Le vere beneficiarie di questa iniziativa sarebbero, in realtà, le associazioni ambientaliste che ne sono, non a caso, i principali promotori. Non è difficile capire perché: ogni progetto futuro dovrebbe essere giustificato da "interessi preponderanti" a livello nazionale o cantonale, non più in base alle esigenze locali o regionali. Questo andrebbe a ridurre drasticamente il potere decisionale dei Comuni e delle regioni, già oggi limitato. Ci troveremmo di fronte a un’impennata di ricorsi legali nei tribunali, con un ulteriore aumento della burocrazia che rallenterebbe ogni decisione e ogni progetto.
Questa iniziativa, pur mascherata da “proposta ambientalista”, è in realtà estrema e controproducente. Invece di favorire la biodiversità, finirebbe per ostacolare il progresso e lo sviluppo sostenibile, danneggiando le comunità locali e riducendo la nostra capacità di autoapprovvigionamento e di gestione equilibrata delle risorse naturali. Il nostro impegno per la biodiversità deve essere basato su un approccio pragmatico, non estremo, che tenga conto delle realtà locali e dei progressi già compiuti.
Per questo, il 22 settembre dobbiamo votare NO a un’iniziativa che, pur avendo un nobile obiettivo sulla carta, porterebbe a risultati devastanti nella pratica. Difendiamo un approccio ragionevole e concreto alla tutela dell'ambiente, senza cedere a estremismi che minacciano il nostro futuro.