Sport, 29 settembre 2024

Torneo giovanile ACB: resteranno solo i ricordi

Riviviamo la storia di una rassegna che ha segnato il calcio ticinese (e non solo)

BELLINZONA - Una lenta agonia. Poi, alla fine, è giunta la fatale decisione: basta torneo giovanile internazionale di Bellinzona. Non ci sono mezzi e soldi, tirarlo avanti così, tanto per sopravvivere, non ne vale la pena. Peccato, anche se la notizia non sorprende più di quel tanto: da qualche tempo si era capito che non ci sarebbe stato futuro. Resterà tuttavia il bellissimo ricordo di una rassegna diventata con gli anni un fiore all' occhiello per la Città e per il club granata: il torneo non era solo competizione pura ma anche aggregazione e condivisione fra gente di calcio e spettatori occasionali. Un vero successo, sin quando non sono arrivati gli anni bui: dal 2013 in avanti, da quando la società maggiore è fallita, le cose sono gradatamente peggiorate e da manifestazione di livello (paragonabile per certi versi a quella di Viareggio) è scaduta a competizione di seconda fascia. E quando la rosa delle partecipanti perde qualità, in modo quasi irreversibile, è inevitabile che la fine sia dietro l'angolo. 



Adesso sono partiti i soliti tam tam di rincrescimento per questa importante rnuncia (anche del presidente Martignoni): a noi non resta che prendere atto della decisione e ricordare, semmai, alcune tappe e alcuni protagonisti fondamentali di una lunga storia iniziata nel 1941, in pieno periodo bellico.


Guerra e calcio: 83 anni fa nasce il torneo giovanile internazionale di Bellinzona. Vi partecipano sei squadre e a vincerlo è la squadra di casa. Presidente della rassegna è Ernesto Grassi. Siamo in piena seconda guerra mondiale (è il 1941). Prevale la voglia di regalare alla gente un po' di divertimento e di spensieratezza. Lo sport fa bene all'anima. Decisione coraggiosa, che alla lunga si rivelerà pagante.


Dirigenti e comandanti: la lista dei presidenti e direttori che hanno tenuto in mano le redini del torneo è lunga e ricca di personaggi interessanti. Uno su tutti l'ex comandante della polizia di Bellinzona Dario Zanetti. Abile tessitore di rapporti, dinamico e sempre sorridente, regala alla rassegna gli anni migliori. Oggi si dice rammaricato per la scomparsa di questa manifestazione, lui che per anni l'ha tenuta ad alti livelli. Altri drigenti che hanno lasciato il segno? Giacomo Jacoma, Giuseppe Curti, Elio Brunetti, Arnaldo Piccinali e Ivano Caldelari. A noi piace citare anche Alfio Moro, che durante l'inarrestabile parabola discendente ha fatto di tutto per tenere vivo il torneo.


Campione del mondo: fra i tanti giovani di belle speranze che hanno giocato a Bellinzona segnaliamo naturalmente il futuro campione del mondo (sia come giocatore che come commissario tecnico) Franz Beckenbauer. E poi: Gianni Rivera, Sandro Mazzola, Franco Causio, David Beckham, Paul Scholes e Iván de la Peña. E tanti altri.


Nel Sol Levante: anche grazie a Dario Zanetti, ogni due anni una selezione del calcio nipponico era presente a Bellinzona. Nell' ambito del rapporto di scambio sportivo e culturale, i granata erano poi a loro volta invitati nel Sol Levante per delle partite amichevoli.


Samba e tango: sul finire del secolo scorso e a inizio Anni Duemila, a Bellinzona arrivarono anche squadre dal Nuovo Mondo, soprattutto dal Brasile e dall'Argentina. Palmeiras, Atletico Mineiro, Corinthians, River Plate, Boca Juniors, tanto per citare le più famose. Ma il primo a vincere la rassegna fu il Comercial di Ribeirao Preto, una compagine messa insieme all'ultimo momento dall' ex giocatore del Napoli, Sergio Clerici, ai tempi procuratore. Correva l'anno 1999. Il Boca Juniors vincerà quattro volte (2000, 2001, 2011 e 2012), il Palmeiras tre (2007, 2016 e 2017) e il River due (2003 e 2004).


Messi, sogno svanito: nel 2005 circolava la voce che a Bellinzona sarebbe potuto arrivare un futuro fenomeno del calcio mondiale. Si chiama Leo Messi e gioca nell'Accademia del Barcellona: la squadra catalana, invitata nella Capitale, lo vorrebbe portare. Alla fine però l'argentino resterà nella città spagnola. Sogno svanito.


La scuola di Duvillard: nel 2013, dopo vari tentativi andati a vuoto, Bellinzona riesce ad ospitare anche la compagine africana dell'Hayasa Harare. Proviene dallo Zimbabwe e a dirigerla è nientemeno che una vecchia conoscenza del calcio svizzero e luganese in particolare, Marc Duvillard. Dopo aver lasciato il nostro paese, il tecnico romando ha fondato con amici una scuola calcio per bambini nel Continente Nero. Ad Harare appunto.


Lunga attesa: il 5 aprile del 2010 il Team Ticino vince il torneo battendo ai rigori lo Sporting Lisbona. Alla sfida presenziano oltre 4 mila spettatori. È dal 1948 che una compagine del nostro cantone non vinceva più (era toccato al Bellinzona). Ed era dal 1990 che una compagine elvetica non alzava più al cielo il trofeo (la Nazionale rossocrociata).

RED.

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