Ticino, 23 settembre 2024

Rapporto Galliani: il tribunale d'appello fa chiarezza sull'indagine

In risposta alle speculazioni emerse sui media riguardo al cosiddetto "rapporto Galliani", la Commissione amministrativa del Tribunale d'appello ha emesso un comunicato per fare chiarezza sui fatti. Conscia dell'importanza di una corretta informazione rivolta ai cittadini, alle autorità politiche e agli organi di stampa, la Commissione ha precisato alcuni elementi chiave.
 

Il rapporto in questione trae origine da una segnalazione inoltrata alla Sezione delle risorse umane del Tribunale penale cantonale. Tale segnalazione è stata presentata da una collaboratrice del Tribunale, che ha riferito di possibili molestie subite da parte di una collega. Di conseguenza, con una risoluzione del 30 aprile 2024, il Consiglio di Stato ha incaricato l'avvocata Maria Galliani di condurre accertamenti preliminari in merito alla vicenda, con l'obiettivo di supportare l'autorità giudiziaria di nomina.
 

L'avvocata Galliani ha condotto numerose audizioni e, al termine del suo incarico, ha trasmesso i risultati delle sue indagini al Consiglio di Stato. Quest'ultimo ha successivamente inoltrato la documentazione alla Commissione amministrativa del Tribunale d'appello, rappresentata dal suo presidente, in qualità di autorità competente per la nomina della funzionaria segnalata.

I membri della Commissione amministrativa, con l'esclusione del rappresentante della Sezione di diritto penale, hanno avuto modo di esaminare il dossier redatto dall’avvocata Galliani. Venerdì 20 settembre 2024 si sono riuniti per discutere del contenuto del rapporto e per valutare le azioni da intraprendere.
 

È importante chiarire che il cosiddetto "rapporto Galliani" non fornisce conclusioni giuridiche definitive in merito alla sussistenza di una situazione di mobbing. Esso si limita a riportare gli accertamenti svolti, finalizzati a chiarire la natura delle relazioni tra la parte segnalante e quella segnalata.
 

Gli accertamenti preliminari servono a permettere all'autorità competente di decidere se vi siano i presupposti per avviare un procedimento disciplinare o amministrativo nei confronti della persona segnalata, o eventualmente di altri collaboratori del Tribunale penale cantonale. Tuttavia, tali atti d'inchiesta sono coperti dal segreto d’ufficio, motivo per cui il loro contenuto non può essere divulgato a terzi.
 

Infine, la Commissione amministrativa ha sottolineato il suo impegno a risolvere la questione in maniera celere, nel pieno rispetto delle procedure e dei diritti delle persone coinvolte. A tutela della riservatezza dei collaboratori interessati, non verranno rilasciate ulteriori informazioni su questa vicenda.

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