Mondo, 27 settembre 2024

Eredità Agnelli, un libro per far risultare la vedova residente in Svizzera

Un libro per far risultare la vedova Agnelli residente in Svizzera e quindi risparmiare sulle imposte dovute al fisco italiano. È questo, in sostanza, il nuovo capitolo dell'infinita faida per l'eredità degli Agnelli. Come riporta il Corriere della sera, circa una settimana fa la procura di Torino ha ordinato il sequestro di beni per 74,8 milioni di euro nell’ambito dell'inchiesta sull'eredità di Gianni Agnelli e che riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Grunigen. I cinque sono accusati di frode fiscale e truffa in danno dello Stato. Ad arricchire la vicenda è la rivelazione sul libro di nonna Marella Caracciolo, uscito nel 2014. Prima di consegnarlo alle stampe - riporta Il Corriere della Sera - la bozza sarebbe stata riletta con attenzione, non dalle autrici ma dai legali della famiglia che avrebbero suggerito di aggiungere alcune pagine in modo da far credere che la vedova avesse la residenza in Svizzera della vedova, in un chalet a Lauenen, nel canton Berna.

La prima email dei legali - prosegue Il Corriere – risale 3 marzo 2014. Nel ringraziare per la bozza si sottolinea la bellezza delle fotografie che illustrano il libro gli avvocati fanno notare che sarebbe meglio aggiungere qualche passaggio quando si parla della casa a Lauenen, vicino a Gstaad. Il legale consiglia di includere il motivo della scelta di Marella di lasciare il cottage di Saint Moritz, che sarebbe dovuta all'alta quota e quindi incompatibile con i suoi problemi di salute. A Lauenen invece ha trovato una nuova casa in una bellissima zona e vicino agli amici. Nel decreto con il quale è stato ordinato il sequestro di 74,8 milioni di euro, ossia l’equivalente di quanto non sarebbe stato versato al Fisco tra il 2015 e il 2019, si sottolinea lo scambio di conversazioni per "presidiare" la residenza svizzera della vedova dell’Avvocato. Ciò che ha portato - conclude Il Corriere – alle accuse di reati di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato che la giustizia italiana contesta ai fratelli Elkann.



Secondo la ricostruzione delle autorità italiane, numerosi beni preziosi di proprietà di Marella furono inventariati e fatti “figurare falsamente come regali effettuati” dalla donna ai fratelli John, Lapo e Ginevra prima della sua morte, con l’obiettivo di risparmiare sulla tassa di successione. Un indizio, sempre secondo gli inquirenti, è un promemoria del 10 settembre 2019 (Marella era deceduta il 23 febbraio precedente a 92 anni) che sarebbe stato preparato per associare ad ogni ‘regalo’ una ricorrenza: anniversari, compleanni, nascite di figli. Si trattò, sempre a giudizio dei pm, di una “spartizione post mortem” dei beni della Vedova.

Nell'ordine di sequestro si legge che che “è stata rilevata un’attività di spartizione post-mortem di beni appartenenti all’asse ereditario della de cuius, con conseguente sottrazione degli stessi all’asse ereditario, attuata attraverso l’ausilio di professionisti e persone terze, previa pianificazione del tutto”.

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