TRIPOLI (Libia) – Una partita di calcio che non si disputerà questa sera è diventato un caso diplomatico tra la Nigeria e la Libia, dopo che le Super Aquile hanno denunciato un “trattamento disumano” al loro arrivo in Libia, dove oggi si sarebbe dovuta disputare la partita valida per le qualificazioni alla Coppa d’Africa 2025.
Il boicottaggio del match è stato deciso dalla nazionale ospite e annunciato tramite i social dal capitano nigeriano, Troost-Ekong, che ha spiegato che la squadra è stata trattenuta in aeroporto per oltre 12 ore all’arrivo, dopo che il volo era stato dirottato su uno scalo diverso da quello originale, dove i calciatori sono rimasti bloccati senza telefono, cibo e bevande “per fare pressione psicologica”.
“Come squadra abbiamo deciso che non giocheremo la partita, la Confederazione calcistica africana dovrebbe esaminare cosa sta succedendo”, ha detto Troost-Ekong, mentre altri suoi compagni di nazionale hanno pubblicato foto e video dell’accaduto, lamentando il fatto che la polizia libica non permetteva loro di uscire dall’aeroporto. “Se la CAF sapesse fare il suo lavoro, la Libia sarebbe bandita dal calcio internazionale”, ha sentenziato Victor Ikpeba, ex giocatore della Nigeria che ha accompagnato la squadra in Nord Africa.
L’accaduto sembrerebbe una risposta a quanto denunciato dal capitano della Libia, Al-Bradi, secondo il quale la squadra sarebbe stata trattata male all’arrivo in Nigeria per la partita di andata, vinta venerdì scorso per 1-0 dalle Super Aquile, con ritardi di ore alla dogana e nei vari trasferimenti. “Rispettiamo i nostri avversari quando sono nostri ospiti. Gli errori capitano, ma queste cose fatte apposta non hanno nulla a che fare col calcio internazionale”, ha detto il capitano nigeriano.