La rivalità con Kubler
Nel periodo post bellico il ciclismo era ormai diventato popolare quanto il calcio e la rivalità fra Hugo Koblet e Ferdy Kübler aveva scatenato la passione per il ciclismo. Secondo la stampa cosiddetta da boulevard, i due non si sopportavano ed erano nemici giurati. In realtà Hugo e Ferdy si rispettavano e non correvano uno contro l'uno l'altro. Insomma: era tutta una montatura... “Hugo e io siamo stati rivali ma non nemici. Avevamo caratteri e personalità diversi. Lui cittadino elegante, frequentatore del mondo della Zurigo bene, protagonista del jet-set, adorato dalle donne e un po’ spendaccione; io invece sono nato e cresciuto in campagna in condizioni poco agevoli. Ero di sei anni più anziano e lo considerai un fratello minore e non fui mai geloso delle sue vittorie” disse al giornalista e futuro direttore della TSI Marco Blaser nel libro Grinta e fascino di un ciclismo d'altri tempi.E inoltre:“ Senza Hugo non sarei mai diventato il Ferdy nazionale. Grazie a lui ho sviluppato quelle energie che mi hanno portato oltre 150 volte sul podio del vincitore. A lui devo molto e la sua tragica fine mi ha profondamente addolorato”.
Il tradimento di Coppi
Ci fu un episodio particolarmente clamoroso, fra i vari, nella carriera del nostro Hugo. Giro del 1953,prima della tappa Auronzo di Cadore- Bolzano. Koblet, che era in maglia rosa, e Fausto Coppi strinsero un patto: in cambio della vittoria di tappa, il Campionissimo promise allo svizzero che non lo avrebbe attaccato il giorno dopo nella temibile Bolzano-Bormio. Ma nella salita verso Bormio rimasero in cinque al comando: Coppi, Koblet, Bartali, Defilippis e Fornara. L'Airone non attaccò ma chiese di farlo a Defilippis, che obbedì. Koblet a quel punto si gettò all'inseguimento e Coppi replicò, staccandolo. Il nostro corridore andò in crisi e il corridore della Bianchi vinse il suo quinto giro. Koblet non volle mai parlare di quella storia, limitandosi a dire che era stato battuto dal più grande campione di sempre. Lo zurighese vinse poi altre corse, l'ultima fu il Criterium di Locarno nel 1958.
L'esperienza venezuelana
A fine carriera accettò la proposta di Enrico Mattei, che lo stimava molto, e fu inviato in Venezuela a lavorare per l'Agip (si stabilì a Caracas con la moglie Sonja Buhl). Nel 1960 rientrò a Zurigo e divenne responsabile di un distributore di benzina a Oerlikon. La sua parabola era ormai in discesa: come uomo si sentiva frustrato, e in più gli mancava il mondo delle due ruote. Ogni tanto commentava le gare ciclistiche per radio Beromünster e il suo debutto avvenne il 15 ottobre 1961 in occasione del Gran Premio di Lugano. Al suo fianco Marco Blaser. I due fecero coppia per tre anni. Poi cominciarono ad uscire controverse notizie su presunti debiti accumulati da Koblet e su una presunta depressione. Il suo matrimonio con Sonja era giunto al capolinea.
A.M.