Ho appreso poco fa che il grande scrittore franco-algerino Boualem Sansal, 75 anni, di ritorno in Algeria dopo un soggiorno in Francia, è stato arrestato lo scorso 16 novembre e da allora non si hanno più notizie di lui. La notizia non mi ha sorpreso più di tanto , perché da anni Sansal denunciava la corruzione della classe dirigente del suo Paese e allo stesso tempo metteva in guardia gli europei sui pericoli dell’islamizzazione, avvertendo che gli islamisti che avevano reislamizzato il suo Paese dopo la guerra di indipendenza stavano applicando le stesse strategie di conquista in Europa utilizzando con abilità e astuzia la democrazia per attaccare la democrazia stessa e sfruttando i flussi migratori per espandersi rapidamente.
Bisogna essere molto coraggiosi, o molto incoscienti o molto idealisti per lanciare questi allarmi continuando ad abitare in Algeria.
Ero entrato in contatto telefonicamente con lui nel 2023, quando gli chiesi se era d’accordo di figurare fra i candidati dell’edizione 2024 del concorso internazionale “Swiss Stop Islamization Award” che dal 2018 viene organizzato dal mio movimento politico ”Il Guastafeste”. Dopo una breve riflessione, il 30 novembre mi annunciò via email di accettare la proposta, con queste motivazioni che molti nostri politici e giornalisti dovrebbero memorizzare: “La vostra battaglia è anche la mia, come pure è quella degli altri vincitori del suo premio. Da ormai più di 25 anni denuncio e suono l’allarme sull’islamizzazione radicale che si è propagata ormai in tutto il mondo, coinvolgendo gli anziani ed i giovani, nei Paesi democratici così come in quelli autoritari come la Russia e la Cina. Ma, ahinoi, i Poteri pubblici e certe correnti politiche e intellettuali (in particolare di sinistra), rifiutano di ascoltarci e, peggio ancora, cedono sotto la pressione degli islamisti e concedono loro sempre più libertà e mezzi per agire e progredire nella loro opera malefica. Essi non vedono l’ombra della guerra civile che si profila all’orizzonte, perché le popolazioni non possono accettare indefinitivamente di essere attaccate nei loro valori e nella loro vita. Un giorno esse reagiranno e correranno alle armi per recuperare i loro Paesi e i loro valori. Non bisogna dunque denunciare solo gli islamisti ma anche i loro sponsor, i Poteri pubblici e coloro che li ispirano nella loro rinuncia”.
Il 5 marzo 2024 gli comunicai che egli figurava fra i tre vincitori, assieme alla musulmana italiana di origini marocchine, Souad Sbai, e al geopolitologo italo-francese Alexandre Del Valle. Lui accolse la notizia con queste parole: “Che onore e che piacere, caro Giorgio! La nostra battaglia contro l’islamizzazione del mondo non fa che cominciare; la “Bestia” è furba e le società occidentali si dimostrano, al pari delle società totalitarie, incapaci di contenerla. Forse si dovrà spingere per un’insurrezione dei popoli”. A mia volta gli risposi: “Spero che dopo il mio piccolo premio tu riceverai un premio ben più importante e che meriti per il tuo coraggio: il Nobel?”. Lui mi ringraziò ancora per l’amicizia e il sostegno, dandomi appuntamento per il 9 marzo al Salone del libro in programma a Ginevra, dove purtroppo non potei recarmi, perdendo così l’occasione di conoscerlo di persona.
Ancora di recente avevo letto una sua intervista rilasciata il 17 ottobre al sito di informazione francese “Frontières”, dove accusava il presidente Macron di incoraggiare l’avanzata dell’islamismo e dove si chiedeva se invece di proibire il movimento islamista dei Fratelli Musulmani non sarebbe stato più efficace chiudere tutte le moschee, che, contrariamente a quello che molti credono, non sono dei luoghi di preghiera ma di governo politico, dove si decidono le strategie e le idee filosofiche . Ecco un musulmano, probabilmente apostata, che combatte con coraggio e senza peli sulla lingua per salvare l’Europa dal disastro a cui va incontro.
E intanto, da noi in Svizzera, una commissione del Consiglio nazionale ha deciso negli scorsi giorni (con 5 voti contro 4) di togliere l’immunità parlamentare al consigliere nazionale argoviese UDC Andreas Glarner per consentire alla magistratura bernese di procedere penalmente contro di lui per sospetta discriminazione e sospetto incitamento all’odio, in quanto, dopo due attacchi al coltello in Germania, aveva pubblicato su X un post nel quale si chiedeva “se non si dovrebbe lentamente fermare una religione i cui membri enfatizzano le loro richieste di velo, diritti speciali, califfati, minareti, richiami alla preghiera, tribunali della Sharia ecc. con attentati esplosivi e attacchi a cittadini innocenti”. Il generale italiano Vannacci commenterebbe che il mondo va al contrario… V’è da augurarsi che il Governo svizzero si attivi per chiedere la liberazione dello scrittore algerino.
Giorgio Ghiringhelli