È una vera e propria storia dell'orrore quella di cui si deve occupare il tribunale penale di Lucerna. Martedì è infatti iniziato il processo contro un settantenne accusato di aver violentato otto ragazzi, di età compresa tra i 9 e i 14 anni tra il 2015 e il 2022. L'uomo, residente nel canton Lucerna, avrebbe pilotato una rete di sfruttamento coinvolgendo i genitori dei bambini, che avrebbe pagato per poter abusare delle sue vittime. Oltre agli stupri, il settantenne ha filmato i ragazzi mentre praticavano atti sessuali forzati tra di loro. Durante la perquisizione del suo domicilio sono stati rinvenuti più di 2'500 file contenenti pornografia infantile.
Durante l’udienza l’imputato ha cercato di sminuire la situazione: “Non credo di aver mai costretto nessuno”. Per quanto riguarda gli oltre 18'000 franchi versati alle famiglie delle vittime, il lucernese spiega che "è stato per aiutarle, perché vivevano in condizioni molto precarie". Nel corso delle indagini i ragazzi hanno confidato che l'imputato aveva detto loro che “il sesso è un affare”.
L'imputato ha finito per riconoscere che la sua parte di colpa era pesante e che avrebbe inviato alle famiglie delle vittime 71'000 franchi a titolo di risarcimento.
Nei confronti dell'uomo il pubblico ministero ha chiesto una pena detentiva di dodici anni, che potrebbe essere convertita in una terapia. Affetto da cancro, il settantenne afferma di non essere pronto per iniziare il trattamento anti-androgeno finché non sarà libero. Ma secondo il suo psicologo “il rischio di recidiva è alto, perché senza un controllo più stretto atti simili potrebbero ripetersi”.