Un cittadino algerino sulla trentina rischia una pesante pena carceraria e l'espulsione dalla Svizzera perchè accusato di aver stuprato una turista americana a Ginevra. Come riporta la stampa romanda, questa madre ha testimoniato con fermezza mercoledì davanti al Tribunale penale di Ginevra quando ha raccontato quello che è successo. "In un certo senso, vorrei non essere qui oggi, ma sono anche contenta che finisca presto, contenta di poter voltare pagina dopo tanta sofferenza".
Il 26 febbraio 2024, tra l'1:30 e le 2:15 del mattino, questa turista, in visita a Ginevra, è stata violentata all'interno di un hotel del centro storico, dove alloggiava con la famiglia. Usando la forza, il suo aggressore l'ha penetrata e l'ha costretta a praticare sesso orale.
Secondo l'accusa, l'ha minacciata di morte e l'ha picchiata. Mentre lei si dibatteva, l'avrebbe tenuta ferma, le avrebbe dato pugni in faccia e le avrebbe infilato il pugno e l'avambraccio nella bocca per impedirle di urlare. Ciò le ha provocato abrasioni, lividi e arrossamenti. Alla fine è riuscita a fuggire nuda dalla vita in giù per cercare aiuto nelle strade di Ginevra. L'imputato ha ammesso di essere effettivamente l'uomo visto nelle riprese delle telecamere di sorveglianza mostrate in tribunale, ma ha continuato a negare le accuse. Quella sera, dopo una serata passata a bere, la madre era tornata al piano di sotto per fumare e chiamare il fratello. Fu allora che lui le si avvicinò. Le riprese mostrano l'uomo e la donna nell'atrio. Inizialmente, non c'erano segni di violenza. "Grazie alla mia formazione (come psicologa), ho pensato che la cosa migliore da fare fosse calmare la situazione; dirgli di no, grazie. Ho pensato di potergli mostrare la porta, che fosse più sicuro procedere in quel modo. Non volevo fare nulla che potesse turbarlo."
Ma l'uomo si è chiaramente rifiutato di andarsene e ha finito per afferrarle i polsi, sollevarla e portarla verso le scale. È stato lì che lo stupro sarebbe avvenuto, fuori dalla visuale delle telecamere. Pochi minuti dopo, è stato visto scendere le scale e chiudere la cerniera dei pantaloni. In tribunale, ha affermato di non ricordare nulla dell'accaduto. "Ero drogato e ubriaco, ma non ho mai fatto niente di così disgustoso. Non sarei mai capace di farlo", ha dichiarato.
Mercoledì pomeriggio, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a nove anni di carcere e l'espulsione dalla Svizzera per 15 anni. Da parte sua, la difesa ha chiesto l'assoluzione dell'uomo trentenne. Il verdetto dovrebbe essere emesso nei prossimi giorni.





