Sport, 10 dicembre 2024

La coppia Giana-Törmänen? Una soluzione praticabile...

Sondaggio fra gli esperti sul delicatissimo momento della squadra bianconera

LUGANO - Quello che è successo in seno all’HC Lugano dallo scorso 11 ottobre (sconfitta nel derby di Ambrì) ad oggi è a dir poco allucinante. Il cigno si è trasformato in un brutto anatroccolo (normalmente avviene il contrario) e la squadra dal primo posto è scivolata sino ai bassifondi. Qualcuno dice: “Per fortuna che Greg Ireland è arrivato un mese dopo sulla sponda Ajoie, altrimenti i bianconeri sarebbero ultimi”. 


Tutto da dimostrare, ovvio, di certo la situazione si è fatta pesante e tutte le ambizioni sbandierate a luglio sono evaporate, anche se, ad onor del vero, sulla carta ci sarebbe ancora tempo per recuperare terreno. Sulla carta appunto, perché la realtà ci dice che il Lugano odierno è una sorta di Armata Brancaleone, senza gioco, senza idee; giocatori sotto tono (salvo qualche lodevole eccezione: un nome Luca Fazzini) e poco disposti a sudare per la maglia. La guida tecnica, poi, sembra incapace di dare quegli impulsi necessari per svoltare. È nostra impressione che il buon Gianinazzi non abbia più in mano le redini del team , al punto che alcuni giocatori di peso non credono più in lui. Le dimostrazioni di stima a mezzo stampa nei suoi confronti non mancano, è vero: resta da capire se non siano di facciata.


La società, diversamente dal passato, ha però deciso di confermarlo, affiancandogli un tutore o mentore che dir si voglia nella figura di Anti Törmänen, ex allenatore del Bienne che negli ultimi anni si è ritirato dalla scena per curare un tumore (auguroni!). Una mossa questa che conferma una cosa: a Lugano il vento è cambiato e si vuole continuare col progetto Gianinazzi. Una scelta coraggiosa e rischiosissima, va pur detto. Per parlare di questa crisi abbiamo voluto lanciare un sondaggio fra colleghi ed esperti. Tutti hanno condiviso la decisione del club di non licenziare Gianinazzi. Meno uno...

LE TRE DOMANDE 
1. Giusta la decisione di continuare con Luca Gianinazzi?
2. Affiancargli Antti Törmänen è una mossa azzeccata?
3. Hnat Domenichelli ha sbagliato mercato e si è assunto le proprie responsabilità. Ha ancora senso che resti?


OMAR GARGANTINI - RSI-Sport
1.
 Troppe volte in passato è stato lo spogliatoio a “decidere” la sorte dell’allenatore. Stavolta il club ha voluto far capire che non sarà così, a costo di vivere una stagione magari di esclusiva sofferenza. Un cambio di paradigma assolutamente condivisibile.
2. Certo, confermare Gianinazzi e mettergli un tutor è una mossa che di primo acchito fa pensare a una delegittimazione. Ma qualcosa andava fatto e non potendo cambiare a dicembre 5-6 giocatori, molto margine di manovra nn esisteva. Credo che si sia trovato un personaggio che l’hockey svizzero lo conosce, ha grande esperienza e a Bienne ha fatto benissimo. Gianinazzi non potrà che trarne profitto per crescere.
3. I bilanci si faranno alla fine. Domenichelli fa parte del progetto con Gianinazzi. Giusto che continui.


PATRICK DELLA VALLE - Teleticino
1.
 Se il club crede ancora che Gianinazzi sia l’allenatore giusto, fa bene a non demordere. Ma attenzione a non intestardirsi… 
2. Sì, Gianinazzi è un giovane uomo e un giovane allenatore. Se nessuno, fra staff e dirigenti, è riuscito a supportarlo a dovere, corretto trovare una nuova figura esterna.
3. Discorso prematuro in questo momento. Mi spiego: è inutile separarsi ora dal direttore sportivo. Il mercato svizzero per la prossima stagione è infatti già stato portato a termine. Per gli stranieri ci si muoverà invece in estate. Date queste premesse rivaluterei la posizione di Domenichelli in primavera.


ALESSANDRO ZACCHETTI - Heshootshescoores 
1.
La decisione del club di continuare con Luca Gianinazzi è giusta se si crede veramente in lui. Se il Lugano vede nel coach un tassello importante per il futuro sarebbe un peccato rinunciarci adesso nonostante le difficoltà attuali, e anche in passato - a parte pochissimi casi come con Doug Shedden e Greg Ireland - i cambi di allenatore in corsa non hanno quasi mai portato cambiamenti se non sul cortissimo periodo. Inoltre rinunciare ora a Gianinazzi avrebbe decretato un altro fallimento delle idee del club, causando l'ennesimo danno di immagine e credibilità.
2. La mossa di affiancare una figura esperta come Törmänen potrebbe essere un grande vantaggio per la crescita di Gianinazzi, un ruolo che forse andava pensato prima. L'ex allenatore di Berna e Bienne è un personaggio di grande professionalità che saprà stare dietro le quinte senza risultare ingombrante, e va visto come la giusta 'protezione' per la crescita di Gianinazzi, oltre ad avere quel ruolo da esterno che potrebbe mettere in luce problemi che dall'interno non si riescono a vedere. Non bisogna aspettarsi che abbia la bacchetta magica e che il suo lavoro abbia un risultato clamoroso in tempi brevi, ma potrebbe da subito portare un po' di tranquillità e buoni consigli a tutto l'ambiente.
3. Il mercato di Hnat Domenichelli si sta rivelando sbagliato soprattutto nei ruoli chiave del difensore straniero e del sostituto di Granlund, con un Sekac che al momento è una grande delusione, senza dimenticare che anche Zohorna non ha ancora convinto e la squadra ha la coperta molto corta in attacco. Sarà decisione della società capire se il direttore sportivo ha le capacità di costruire il Lugano del futuro, perché a Lugano non ci si può permettere di sbagliare tre stranieri su sei ad ogni annata.


LUIGI BADONE - giornalista free lance
1. Sì. La società, nelle vesti di Domenichelli, ha speso parole importanti per il tecnico e si è quindi deciso di continuare il progetto sposato in precedenza. Ovviamente a questo punto Gianinazzi diventa quasi intoccabile e giusto o sbagliato che sia anche i giocatori si dovranno adeguare. Dopo molti anni in cui a pagare erano sempre gli allenatori di turno la società ha preso una decisione – condivisibile – diversa mettendo sul banco degli imputati i giocatori di una rosa forse leggermente sopravvalutata.
2. Domanda difficile. Potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio a dipendenza da come verrà percepita da Gianinazzi e il suo staff. Se verrà colta come un supporto – seppur di peso – che non andrà ad interferire pesantemente sulle scelte potrebbe essere un aiuto importante da parte di un profondo conoscitore dell’hockey. Il rovescio della medaglia è il rischio che l’attuale tecnico possa sentirsi delegittimato nei suoi compiti, da una figura così rilevante, e a quel punto diventerebbe un problema.
3. Non penso che Domenichelli abbia sbagliato completamente il mercato; sicuramente alcune scelte si sono dimostrate – con il senno di poi – errate però vi sono stati anche alcuni aspetti positivi. Inoltre la società sin dall’inizio ha creduto nel suo lavoro e se proseguirà il tanto declamato progetto con Gianinazzi presumo che anche Domenichelli ne farà parte. Da parte sua il canadese ha sempre avuto il merito di metterci la faccia e di mettersi in gioco senza mezzi termini. Al netto di questo lungo periodo di crisi, classifica alla mano il Lugano si trova ancore nel gruppone in corsa per i pre-playoff e per fare i conti si dovrà attendere la fine della stagione.


ROBERTO MAZZETTI - ex allenatore
1. 
Il CdA della società, con cocciutaggine, persiste in una conduzione priva di realismo, concretezza, capacità d’analisi e accettazione della realtà. I fatti parlano chiaro. L’amalgama tecnica voluta dal direttore sportivo e sostenuta dal club non ha portato i frutti sperati e di conseguenza ha fallito. Se la società ha nominato l’allenatore, quest’ultimo s’è scelto dei collaboratori assistenti che non gli hanno dato il giusto apporto e permesso di raggiungere gli obiettivi. Dunque, con un po’ di modestia, Luca avrebbe dovuto accettare la realtà e dimettersi. Penso che sarebbe stato meglio cambiare rotta. A tutti i livelli.
2. L’ingaggio d’un Senior Advisor lo trovo abbastanza ridicolo: già è difficile gestire una prima squadra, ditemi voi con che razionalità una persona può permettersi di consigliare e senza conoscere. Luca è stato coinvolto nella scelta? Oppure ha dovuto subirla? Per me la situazione è molto chiara: separati in casa e con un nuovo allenatore.
3. È Hnat e tutto il CdA che hanno bisogno d’un mentore: stentano a leggere e a capire ciò che si presenta in modo lampante da un qualche anno a questa parte e non vogliono ammettere la propria cocciutaggine. Dico sempre: c’è chi capisce dopo un secondo, dopo un‘ora, dopo un giorno, e chi dopo una vita non ha ancora capito come agire e Hnat è uno di questi.


STEFANO SALA - Teleticino
1.
 Potrebbe anche esserlo. Sbagliato è stato non farlo parlare con la stampa dopo la sconfitta contro il Friborgo e affiancargli un allenatore di esperienza potrebbe delegittimarne il ruolo.
2. Sportivamente sì. Mediaticamente e davanti alla squadra non credo.
3. Era una domanda che ci eravamo posti diverse volte con Habisreutinger che alla fine qualche risultato, pur senza vincere il titolo, lo portò. Domenichelli per ora non è mai andato oltre i quarti di finale e già oggi parla di una profonda revisione da fare la prossima estate.

RED.

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