DAYTONA BEACH (USA) – Il golf femminile ha deciso di mettere al bando le giocatrici transgender. Letteralmente. Dal prossimo anno, infatti, al LPGA Tour – il principale circuito professionistico di golf femminile negli USA – si sfideranno soltanto atlete nate donne o atlete che hanno iniziato la transizione di genere molto presto, prima della pubertà.
La presa di decisione parte dalla vicenda di Hailey Davidson, la giocatrice transgender che quest’anno ha mancato di pochissimo la qualificazione all’US Women’s Open. La sua ascesa, in ogni caso, ha creato diverse polemiche tra le sue colleghe, convinte che in un eventuale scontro lei sarebbe stata favorita dal suo genere di nascita.
Ad agosto 275 atlete professioniste avevano firmato una lettera indirizzata a LPGA, USGA e Federgolf internazionale, chiedendo di modificare le politiche che hanno permesso alle donne transgender di competere nelle gare femminili. Nel loro appello si legge che LPGA avrebbe “continuato a promuovere una politica che consente agli atleti maschi di qualificarsi, competere e vincere nel golf femminile. Nonostante diversi organismi di governo dello sport e giurisprudenze internazionali respingano queste politiche ingiuste e inique che danneggiano le atlete”.
La loro richiesta ora è stata accolta e se prima le competizioni ammettevano le atlete transgender che avevano concluso l’intervento chirurgico di riassegnazioni di genere e che avevano seguito un’opportuna terapia ormonale, d’ora in poi con le donne giocherà chi è nata donna o chi ha iniziato a diventarlo prima dei 12-13 anni d’età.