Sport, 19 dicembre 2024

“In granata mi trovo bene e la squadra ha potenziale”

A colloquio con Jonathan Sabbatini, che da luglio è un giocatore dell’ACB

BELLINZONA - Jonathan Sabbatini (36 anni) non è mai andato sopra le righe. Ormai sono 13 anni che si trova in Ticino e ovunque ha raccolto consensi, sia come giocatore sia come persona. Gentile, affabile e disponibile (ma al tempo stesso deciso e determinato) è stato per molti anni capitano del Lugano, con il quale ha ottenuto una promozione in Super League (2015), vinto una Coppa Svizzera (2022) ed ha provato le emozioni delle Coppe Europee. Il centrocampista avrebbe voluto continuare la sua esperienza in bianconero sennonché il club, che aveva progetti diversi per lui, gli ha offerto di giocare nella Under 21 FCL e un ruolo di tecnico nella sezione giovanile. Garbatamente, l'italo-uruguagio ha detto di no ("Mi sento ancora un calciatore") e in seguito ha accettato la proposta del Bellinzona, il cui patron è anche il suo manager (Pablo Bentancur). 



In luglio ha dunque iniziato la sua nuova avventura ma un infortunio la ha tenuto lontano per oltre un mese dalla competizione. Poi il grande ritorno e la clamorosa vittoria sul San Gallo in Coppa Svizzera. Fisicamente non è ancora al top, certo, ma lui conta di essere al pari degli altri nel girone di ritorno, in cui la squadra granata cercherà di essere protagonista.


Quel rigore sbagliato
Non dico che me lo sogno ancora di notte. Di certo mi è rimasto indigesto e a volte ci ripenso. Poi però, ogni tanto, incontro i tifosi bianconeri che mi danno una pacca sulla spalla e mi dicono: "Dai capitano,non prendertela, capita a tutti". E ciò mi rende tranquillo. Certo, è stato un brutto momento: avessi segnato quel rigore, oggi parleremo di un altra storia e di un altro trofeo bianconero. Avrei voluto lasciare il Lugano in un altro modo.


Nessun pentimento
Se sono pentito di non aver accettato la proposta del Lugano la scorsa primavera? Assolutamente no. Sono convinto di aver fatto la scelta migliore. A Bellinzona ci sono ancora delle cose da sistemare ma adesso tutti si stanno impegnando per dare un assetto societario e sportivo più funzionale. Alla fine arriveranno anche i risultati anche se, lo ribadisco, ci vuole un po' di pazienza.


Era Renzetti
In questo momento mi sembra di essere tornato ai primi anni dell'era Renzetti a Lugano. Non fu assolutamente facile trovare la quadra e prima di centrare la Super League ci volle un po' di tempo. Poi, dopo aver costruito un gruppo, con i bianconeri riuscimmo a salire di categoria. Ma la promozione non la si conquista dall'oggi al domani. E il Lugano lo ha dimostrato. A Bellinzona ci vuole pazienza. Le potenzialità ci sono!


Nella Capitale
Mi sentivo ancora un calciatore e potevo giocarmi le mie chances. A Bellinzona mi hanno dato l'opportunità di continuare a giocare ad un certo livello ed io ho accettato volentieri. Mi avevano cercato anche Lucerna e Thun ma ho deciso di stare in Ticino per la famiglia.


Pablo Bentancur
Pablo è il mio procuratore ma non ha influito sullamia decisione di firmare per il Bellinzona, società
nel quale svolge un ruolo importante. Ripeto: avevo ancora voglia di giocare e la famiglia adora vivere in Ticino. Una soluzione ideale.


Infortunio
Purtroppo sono stato lontano oltre un mese dai campi da gioco. Una brutta tegola per me. Ma con grande determinazione ho superato questo momentaccio e sono ritornato in squadra con la voglia di dare il massimo. Come ho sempre fatto. Riprendere non è stato facile: ora nella pausa cercherò di recuperare il terreno perso. Fisicamente non sono ancora al top ma conto di tornare quello di prima per il girone di ritorno.


Potenziale e qualità
Abbiamo vissuto una fase molto delicata, nella quale i risultati non arrivavano. Ma la qualità della squadra è buona e per questo sono fiducioso per il futuro. La vittoria in Coppa Svizzera sul San Gallo è servita per aumentare la nostra autostima. Ma è in Challenge League che dovremo dimostrare il nostro potenziale: in fondo il primo obiettivo è quello di recuperare terreno e stare più vicini ai quartieri alti della classifica.


Super League
Credo che non sarà facile salire in Super League. È vero, manca tutto un girone di ritorno e la situazione non è così compromessa. Bastano tre vittorie di fila per rilanciarsi. Il secondo posto, per esempio, è ancora raggiungibile. Tuttavia credo che in questo momento il nostro obiettivo debba essere la costruzione di un gruppo vero e solido. La qualità dei singoli non manca di certo. Dobbiamo essere più squadra. Solo così si può sperare di lottare per i vertici.


Spogliatoio
Siamo un bel gruppo. La squadra è unita e tutti remano nella stessa direzione. Ci sono insomma tutte le basi per fare bene. Sul piano tecnico-tattico stiamo crescendo: del resto non è facile quando la maggioranza dei giocatori è nuova.


Il pubblico
Ho capito che a Bellinzona la gente ama il calcio e il Bellinzona ma adesso i tifosi si sono un po' staccati dalla squadra. Tocca a noi recuperare il loro affetto e dimostrare di essere all'altezza della storia del club.


Il mio Paese
L'Uruguay è il paese in cui sono nato. Le mie origini sono lì. A Paysandu ho ancora i miei parenti. Ogni anno torno per le vacenze. Però vedo il mio futuro qui, come ho detto già in altre interviste: la mia famiglia sta benone, i miei figli sono nati in Svizzera e mia moglie adora questo posto.

M.A.

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