Brutta crisi:
"È difficile parlare di qualcosa che non vivi in prima persona, si deve essere all'interno per farsi una idea. Sicuramente per il Lugano è un brutto momento, e ciò lo sanno anche i paracarri. Da fuori, comunque, posso dire che a volte non si riesce a capire cosa stia succedendo, sia nel bene che nel male. In passato è capitato anche al sottoscritto di essere coinvolto in periodi neri. Oggi però si drammatizza di più. Nell’immediato sarà fondamentale fare punti, altrimenti la stagione rischia di essere gravemente compromessa".
Più ticinesi:
"I derby sono sempre un momento molto atteso della stagione. Secondo me, ai tempi erano più sentiti perché erano soltanto due e soprattutto perché nella rosa delle due squadre c'erano più giocatori ticinesi, al contrario di oggi. La passione e la rivalità è cosa soprattutto dei tifosi. Quello è rimasto inalterato".
Pallonetto:
"Uno dei miei primi derby in assoluto fu quello di Coppa. Lo giocammo alla Resega. Leventinesi gran favoriti, noi outsider. Sugli spalti oltre 6 mila spettatori. Alla fine vinse il Lugano all'overtime, grazie ad un gol di Giorgio Moretti, che trafisse il portiere avversario (Pellegrini, ndr) con una sorta di… pallonetto. Una cosa mai vista".
Batosta:
"Mi ricordo anche e purtroppo di una clamorosa sconfitta alla Valascia: 13 a 2 per i biancoblù. Quel giorno i Celio, Cipriano, Florio e Guido, si scatenarono. Nella mia carriera derbistica sono stati forse gli avversari più difficili da contrastare: Cipi si piazzava nello slot a disturbare mentre Dido cercava la rete con uno dei suoi tiri micidiali…"
Bagarre:
"Quando il Lugano salì in Lega nazionale B, i leventinesi erano la squadra dominante del Cantone. Vincevano quasi sempre: in casa e alla Resega. Nella nostra pista i tifosi HCAP erano quasi sempre in maggioranza. Poi noi crescemmo come club e come squadra ed allora la rivalità si fece acerrima, e a volte debordò, sia in pista che in tribuna. Ricordo un derby del 1973 che fini con una bagarre generale".
Ubaldo Castelli:
"'Al termine di quella bagarre, Ubaldo Castelli, difensore biancoblù poi diventato bianconero, venne nei nostri spogliatoi come se nulla fosse successo a salutarci. Fra noi giocatori non ci fu mai astio: solo sul ghiaccio eravamo rivali. Ci si conosceva tutti e ci si rispettava".
Ostracismo:
"Negli Anni ‘60 e ‘70 capitava spesso che un giocatore biancoblù cambiasse casacca e finisse da Ambrì a Lugano. Alcuni di loro vennero criticati e etichettati come traditori! Uno su tutti il compiano Silvietto Baldi che in Leventina venne praticamente messo al bando. Oggi non capiterebbe più, le dinamiche sono profondamente cambiate e i due club non più nemici come un tempo".
M.A.