LUGANO - I bianconeri chiudono il primo week end post-rivoluzione (l'ennesima, ancorché necessaria) con tre punti su sei a disposizione. Dopo la bella e corroborante vittoria sul Davos venerdì sera, la squadra del neo-coach Uwe Krupp è incappata in una sconfitta nella difficile trasferta sulla pista dei campioni svizzeri (1-4). Ma il risultato non tragga in inganno: il Lugano ha giocato alla pari degli avversari per tutti i 60 minuti e in certi frangenti ha pure dato l'impressione di poter raccogliere qualche punto.
Ancora senza Joly e Sekac e con Huska confermato fra i pali, i ticinesi hanno controllato il primo tempo, chiuso in vantaggio grazie ad un tiro sporco di Alatalo. Nella ripresa, i padroni di casa, che sino a quel momento non erano mai riusciti a creare delle vere e proprie occasioni, hanno colto il pareggio con Fröden e quindi sono passati in vantaggio con Malgin in superiorità numerica; due reti francamente evitabili. Ma il Lugano ci ha creduto e nel terzo periodo ha ripreso in mano le redini del confronto, colpendo anche un palo con Dahlström. Quando tutto lasciava presagire alla rete del pareggio, ecco che in contropiede Fröden ha chiuso il match. Peccato, anche se Fazzini e soci sono usciti a testa alta dalla Swiss Life Arena. Ma non solo: il bilancio delle prime due partite del nuovo corso è certamente positivo. La squadra ha finalmente giocato con grinta e coraggio, non ha mollato un centimetro e l'attitudine è cambiata. Gran pressing, uno contro uno efficaci, lotta nello slot come da tempo non si vedeva e singoli che si sono richiamati al famoso detto: «Uno per tutti, tutti per uno». Alcuni di loro, poi, sono parsi trasformati, ad immagine di Carr e Dahlström.
La classifica resta complicata ma siamo convinti che con Krupp alla guida l'HCL abbia ancora qualcosa da dire e da dare. E ora sotto contro il Ginevra (giovedì prossimo alla Corner Arena), avversario diretto nella corsa ai play-in.