Sport, 30 gennaio 2025

“Il match contro Obin? Ho messo KO un colosso”

Pugilato: il ticinese Marius Antonietti ha chiuso bene il 2024. Futuro più roseo

LUGANO - Una bella vittoria in quel di Karlsruhe, lo scorso 21 dicembre, che ha suggellato un 2024 ricco di soddisfazioni ed un processo di crescita individuale che lascia ben sperare per il futuro. Del restoMarius Black Antonietti (34 anni) è un lottatore nato: ha dedicato la sua ancora giovane vita al pugilato, uno sport che vive con grande intensità e dedizione e che lo ha portato, dopo alcune delusioni del passato, in Romania, un paese nel quale si trova a meraviglia e in cui può coltivare la sua passione. In questa intervista dice di trovarsi benissimo a Cluj, città della Transilvania (ricordate? Il Conte Dracula…) e di aver trovato la sua giusta dimensione di uomo e sportivo. Detto fatto: pochi giorni prima di Natale sul ring di Karlsruhe ha battuto lo svedese di origini ugandesi Michael Obin, un Marcantonio di quasi due metri, tutto chili e forza bruta. Un successo affatto scontato e che ha permesso al ticinese di mettere in tasca qualche gruzzolo in più ma soprattutto di incamerare tanta autostima. Marius si è insomma superato grazie alla sua grande tempra di combattente. "Ho sconfitto Obin al terzo round per kappào tecnico. Incredibile!– ci ha detto nei giorni scorsi Antonietti – Era il favorito. Ma nonostante la sua stazza fisica sono riuscito a fermarlo grazie ad una miglior condizione fisica e un approccio tattico direi perfetto". 



Dopo questo trionfo il pugile svizzero si godrà qualche settimana di riposo. "Con il mio manager macedone Avdyl Salihu stiamo pianificando il 2025. Da parte mia ci metterò come sempre il cuore, consapevole che ci sono ancora dei margini di miglioramento", afferma convinto. Marius ha comunque un rammarico e cioè quello di non poter praticare a tempo pieno questa disciplina in Svizzera, paese nel quale la boxe non sembra riscuotere molto interesse di sponsor e organizzatori. Al contrario di quanto accade nei paesi dell'Est Europa orientale, dov'è pura passione, soprattutto in Romania. E sul Ticino, con rammarico, ci tiene a sottolineare che "siamo indietro anni luce. Dicono che la boxe sia pericolosa e che non puoi farcela... Nessuno ti aiuta a realizzare i tuoi sogni o nella peggiore delle ipotesi ti mettono i bastoni fra le ruote. Mi ricordo bene le persone che mi hanno girato le spalle e tutto questo mi da una grande forza per continuare sul ring per raggiungere i miei obiettivi”.


Marius: sembra che lei abbia trovato la sua isola felice in Romania, sia dal punto di vista umano che sportivo. 
Qui a Cluj-Napoca, nella regione della Transilvania, sto molto bene, mi piace tantissimo. E credo che per un po' non mi sposterò. A Cluj ho tutto, non a caso è stata considerata come una delle 10 città europee con la migliore qualità di vita. Ho girato in tanti posti ma in questo paese mi trovo davvero bene. In futuro si vedrà. 


Oltretutto la sua carriera sta procedendo bene.
Esatto: dopo anni di alti e bassi sono parecchio maturato. Ho fatto tesoro degli errori commessi e adesso sono pronto a qualsiasi battaglia sportiva. Nel 2024 ho alzato al cielo tre cinture diverse: aTirana (in Albania) ad aprile ho vinto un match con in palio due cinture, la UBO International e la UBF International dei pesi medi. Nel novembre scorso vicino a Budapest (in Ungheria) ho vinto un titolo UBO. E ora, nei giorni precedenti il Natale, ho combattuto in Germania: era il mio ventiduesimo match e sono riuscito a vincerlo contro Obin, migliorando così il mio personale curriculum (17 vittorie, di cui 12 per kappào, e 6 sconfitte). 


In questo momento combatte per quale sigla? 
Noi pugili non combattiamo per una associazione, ma siamo nelle classifiche mondiali, nel ranking mondiale e poi i manager o i promoter scelgono in quale sigla farci lottare; io ho vinto queste tre cinture, tutte riconosciute e scritte sul sito ufficiale boxrec, ma le 4 più prestigiose sono WBC, WBA, WBO e IBF. Sono salito sul ring anche per la WBC ma ho perso; il mio sogno, comunque, è vincere una titolo in una di queste 4 sigle, anche se devo essere fiero di quanto fatto sinora. Il tutto con grande impegno e determinazione. Il mondo della boxe a questi livelli è decisamente difficile, con molti ostacoli da sormontare. Nessuno ti regala niente, se vuoi conquistarti uno spazio devi contare solo sulle tue forze. Non scontato, come qualcuno potrebbe credere. 


La Svizzera: un capitolo chiuso dal profilo sportivo? 
Anche nel mio paese potrei crescere: quando torno a trovare i parenti, mi alleno al Fight Gym Club a Lugano. Il fatto che in Svizzera è difficile fare il pugile come un lavoro, i costi sono elevati, dovrei trovare ancora più sponsor di quelli che ho già. A questo proposito vorrei ringraziare Denis Fumasoli e la Ottica Ilop, che mi sostengono da tempo. Tornando in argomento: in generale nell'Est Europa ci sono molti più incontri rispetto alla Svizzera. Organizzano buoni eventi e le sale sono piene. Qui gli sport di combattimento sono molto seguiti e creano entusiasmo. Per me, tanto per fare un esempio, la situazione è cambiata grazie proprio ad un paese come la Romania, in cui il pugilato va alla grande. Ora vivo combattendo con i soldi delle borse e degli sponsor. In passato lavoravo e facevo anche il pugile. Un bel passo avanti, no? 


Sino a quando pensa di combattere?
Guardi, lo sport è molto cambiato in questo senso. Nella boxe fino ai 40 si combatte; alcuni di più, ad esempio il mio amico Matteo Signani che ha 45 anni ed è ancora in pista. Tutto dipende dalla carriera che fai o che ti fanno fare, la boxe nasconde molte insidie. Mi piacerebbe comunque combattere fino a 40 anni ma tutto dipende da cosa succederà. Ma una cosa è sicura: quando smetterò non resterò nella boxe. Voglio fare business e crearmi una famiglia. 


Ultimamente abbiamo visto Mike Tyson tornare sul ring. Che effetto le ha fatto? 
Mike Tyson è sempre stato uno dei miei eroi, una leggenda e per questo motivo non ho voluto guardare il match che ha sostenuto in novembre. Credo che lui non avrebbe dovuto sottomettersi a questo tipo di business. Ha fatto tutto per soldi, e mi dispiace. Io avrei rifiutato. Penso che uno come lo statunitense avrebbe dovuto risparmiarsi questo confronto ridicolo. Detto ciò, per me Mike Tyson resterà un idolo per sempre.

A.M.

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