L'Italia ha ripreso domenica il trasferimento di richiedenti l'asilo nei centri per richiedenti asilo in Albania, inviandovi 49 persone, dopo una pausa di oltre due mesi, ha annunciato il Ministero dell'Interno. “Dopo le operazioni di accertamento delle condizioni delle persone intercettate, 49 cittadini stranieri sono stati presi a bordo della nave Cassiopea per essere trasferiti nei centri in Albania, dove si svolgeranno in particolare le procedure di accoglienza, detenzione ed esame di ciascun caso”, si legge in un comunicato del ministero.
Il Ministero accoglie con favore anche il fatto che altre 53 persone abbiano presentato il passaporto per evitare il trasferimento in Albania. Ciò consentirà di accelerare la procedura di identificazione ed esame dei loro casi, aumentando così “la possibilità di rimpatrio di coloro che non hanno diritto di soggiornare” nell'Unione Europea, si legge nel comunicato.
Il primo ministro italiano Giorgia Meloni aveva firmato un accordo con la sua controparte albanese, Edi Rama, nel novembre 2023 per aprire due centri in Albania, gestiti da Roma, per gestire i casi di alcune persone soccorse dall'Italia nel Mediterraneo centrale. I centri sono diventati operativi nell’ottobre del 2024, ma i giudici italiani hanno respinto la detenzione dei primi due gruppi di uomini ivi trasferiti, che sono stati poi riportati in Italia.
I giudici avevano citato una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, che ora deve riesaminare la questione, ma nel frattempo i trasferimenti si erano interrotti. Come riporta l'agenzia stampa AFP, l'Italia ha nel frattempo stabilito un elenco dei cosiddetti paesi "sicuri" e le richieste di asilo di persone provenienti da questi paesi vengono elaborate in modo accelerato, con solo gli uomini provenienti da questi paesi che possono essere portati nei centri albanesi.
I giudici che hanno bloccato il primo trasferimento di richiedenti asilo hanno citato una sentenza della giustizia UE secondo la quale gli Stati membri dell’Unione europea possono designare come sicuri solo interi paesi, e non solo parti di essi. L’elenco inizialmente proposto dal governo italiano comprendeva paesi le cui regioni non potevano essere considerate sicure.
Il governo di Giorgia Meloni ha risposto approvando una legge che riduce l'elenco dei paesi sicuri a 19 paesi (invece di 22), garantendo che tutte le aree di questi paesi fossero sicure. Ma i giudici hanno poi rilasciato un secondo gruppo di richiedenti asilo trasferiti, stabilendo che volevano chiarimenti da parte dell'UE che dovrebbe tenere una prima udienza a febbraio, secondo i media italiani.