Il Consiglio federale aprirà la consultazione ordinaria sugli accordi Svizzera-Unione Europea prima della pausa estiva. La parafatura dei testi degli accordi Svizzera-Unione Europea è prevista per maggio 2025 a Berna e i testi tradotti degli accordi saranno pubblicati insieme ai documenti posti in consultazione.
Mercoledì 30 aprile il Consiglio federale ha nuovamente esaminato il pacchetto di accordi tra Svizzera e Unione Europea. Come ha chiarito il ministro degli Esteri Ignazio Cassis, il governo ha deciso di proporre di sottoporli a un referendum facoltativo sui trattati internazionali. La decisione finale sulla tipologia di referendum prescelta (obbligatoria o facoltativa) spetterà comunque alle Camere federali. La differenza tra i due tipi di referendum è che quello facoltativo necessita solamente della maggioranza della popolazione, mentre per un referendum obbligatorio serve sia la maggioranza dei cantoni e della popolazione perchè un oggetto sia accettato.
Lo scorso dicembre il Consiglio federale aveva già definito la struttura del progetto che verrà sottoposto ad approvazione. Oggi ha confermato che "saranno sottoposti al Parlamento quattro distinti decreti federali soggetti a referendum: uno sulla stabilizzazione delle relazioni bilaterali e tre sul loro sviluppo nei settori della sicurezza alimentare, dell'elettricità e della sanità".
Optando per il referendum facoltativo, “il Consiglio federale resta coerente con la sua prassi precedente e garantisce la continuità della politica europea della Svizzera”, si legge nel comunicato stampa. L'opzione scelta tiene conto anche del rifiuto da parte del popolo nel 2012 dell'iniziativa popolare "Accordi internazionali: la parola al popolo!" Il 75,3% degli elettori si è espresso contro l'introduzione di un referendum obbligatorio per i trattati internazionali contenenti importanti disposizioni legislative.
Inoltre, alla luce della tesa situazione geopolitica, "il Consiglio federale ritiene che relazioni stabili e affidabili con l'UE e gli Stati limitrofi siano una necessità strategica per garantire sicurezza, indipendenza e prosperità. In questo senso, il pacchetto Svizzera-UE non rappresenta un cambio di rotta radicale, ma un passo mirato verso il rafforzamento e lo sviluppo della via bilaterale, che ha già dato prova di sé".