Dal 2017 al 2025, il settore cinematografico italiano ha ricevuto 7,26 miliardi di euro di fondi pubblici. Sì, miliardi. Di questi, 5,92 miliardi sono arrivati dal fondo cinema diretto, mentre 1,34 miliardi tramite tax credit. E i risultati? Disastrosi.
I numeri parlano chiaro:
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Ginevra Elkann, "Te l'avevo detto" – contributo pubblico: 1,6 milioni. Incasso: 124.000 euro.
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Roman Polanski, The Palace – contributo: 6 milioni. Incasso: 398.000 euro.
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Marco Bellocchio, Rapito – contributo: 5,3 milioni. Incasso: 1,9 milioni.
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Race for Glory: Audi vs Lancia – contributo: 18,8 milioni. Incasso: 398.000 euro.
A fronte di questi investimenti, solo pochi film riescono a incassare più di quanto hanno ricevuto. In molti casi, il ritorno non copre nemmeno i costi di produzione. Complessivamente, le opere hanno generato 3,47 miliardi di costi per soli 560 milioni di incassi.
La valanga di fondi pubblici ha incentivato, secondo alcune analisi, una “gonfiatura sistematica” dei costi. Il paragone è chiaro: una bolla, come quella del Superbonus edilizio. Si spende tanto, si incassa poco. E il pubblico? Scappa. Nel 2016 le presenze in sala erano 114 milioni. Nel 2024 sono crollate a 74 milioni.
E allora, con che credibilità certi attori, registi e politici continuano a recitare la parte delle vittime? I numeri sono lì, nero su bianco. Forse è tempo di dirlo senza sceneggiature: non è colpa dello Stato se il pubblico non va più al cinema. Forse è colpa dei film.
Fone @Esperia_Italia