BELGIO - Un’immagine da Bruxelles sta facendo il giro del web. Non è una semplice fotografia, ma un simbolo: quello della resa dell’Europa alla pressione islamista. Un messaggio forte, che trova conferma in un'inchiesta approfondita pubblicata da Le Figaro, autorevole quotidiano francese di certo non etichettabile come “di destra”.
Secondo quanto riportato, il Belgio sarebbe ormai un Paese culturalmente e politicamente sottomesso all’islam. La capitale, Bruxelles, sta vivendo una trasformazione radicale, visibile ovunque: l’economia è sempre più halal, interi quartieri sono occupati da negozi che vendono esclusivamente tuniche e veli, e la diversità religiosa ha lasciato spazio a una nuova forma di uniformità imposta.
Ma non è tutto. L'inchiesta racconta anche un inquietante cambiamento nelle scuole e nelle università belghe, divenute terreno fertile per una forma di espansionismo religioso aggressivo. Molti insegnanti testimoniano di non poter più portare gli studenti nei musei, per via dei nudi presenti nei dipinti. Alcune materie – come anatomia o scienze umane – sono bollate come “haram”, quindi proibite. In chimica, c’è chi rifiuta persino di annusare l’etanolo, perché riconducibile all'alcol.
In questo clima, il silenzio è diventato la norma. Per paura di essere accusati di islamofobia, molti tacciono. Le istituzioni tacciono. La società civile si adegua. Intanto, la presenza musulmana nelle amministrazioni comunali e persino nel Parlamento diventa sempre più influente, con esponenti che iniziano a reclamare l’introduzione di usi, costumi, festività e codici di comportamento che nulla hanno a che vedere con la nostra tradizione europea.
Il rischio è reale, e non è limitato al Belgio. La Francia – ammonisce Le Figaro – potrebbe essere la prossima. Se l’Europa continuerà a piegarsi nel nome del politicamente corretto, rinunciando alla propria identità e alla propria cultura per timore di offendere qualcuno, ci troveremo presto senza più nulla da difendere. Non è questo il futuro che vogliamo.
Fonte @sardonesilvia