“Parallelamente – continua il deputato leghista - la tendenza a ridurre la presenza di personale specializzato (ad esempio ricorrendo a procedure di semplificazione e autodichiarazioni da parte delle imprese) mina l’efficacia dei controlli e la sicurezza complessiva del sistema. Inoltre, l’abolizione del principio di stabile organizzazione per gli operatori esteri crea una distorsione della concorrenza a danno delle aziende svizzere, in particolare in prossimità dei confini, e potrebbe portare a un adeguamento progressivo e non dichiarato al quadro doganale dell’Unione Europea”.
“Data la portata storica – conclude Quadri - di questa riforma, è indispensabile fornire maggiore trasparenza, tutelare le competenze doganali specialistiche e rispettare il principio di reciprocità, affinché la riforma mantenga un carattere equilibrato e sostenibile per la Svizzera”.
Infine, queste le richieste della mozione al Consiglio federale:
- Garantire che ogni misura di semplificazione doganale sia accompagnata da meccanismi concreti di verifica e controllo, evitando che tali semplificazioni si basino esclusivamente sulla fiducia nell’importatore (fides implicita)
- Rafforzare la formazione specialistica doganale, garantendo che rimanga costante la presenza di funzionari esperti nel controllo delle merci e delle operazioni tariffarie, in modo da assicurare una competenza adeguata alla complessità delle procedure;
- Reintrodurre l’obbligo, tramite un’apposita modifica legislativa, per gli operatori doganali esteri di disporre di una stabile organizzazione in Svizzera ai fini dell’operatività nel nostro Paese, in modo da garantire condizioni di concorrenza eque e reciproche;
- Assicurare che il sistema doganale svizzero conservi la piena capacità operativa e non venga indebolito da semplificazioni eccessive che rischiano di compromettere la sovranità nazionale nelle relazioni commerciali
- Trasmettere tempestivamente al Parlamento l’intero pacchetto delle ordinanze esecutive relativo alla riforma doganale (BAZG-VG).