ZAMORA (Spagna) – La morte di Diogo Jota e del fratello André Silva sta diventando un giallo: una nuova verità, infatti, potrebbe emergere grazie al racconto di due testimoni oculari: la tesi dell’alta velocità della Lamborghini su cui viaggiavano i due fratelli, sostenuta dalla Guardia Civil, potrebbe essere ribaltata.
La teoria ufficiale ha spinto José Azevedo, il camionista che ha registrato il video dell’auto in fiamme, a intervenire sui social per rivolgersi ai familiari delle vittime, fornendo così la sua testimonianza diretta. “Sono stato io a filmare, ho le prove – ha raccontato – Mi sono fermato, ho preso l’estintore e ho cercato di aiutare. Per via dell’impatto, per via dell’incidente, non c’era nulla da fare. Ho la coscienza pulita”. In seguito lo stesso Azevedo ha descritto il momento in cui ha visto la Lamborghini Huracan verde, noleggiata dai due fratelli, superare il camion e la sua testimonianza si allontana di parecchio dalla ricostruzione ufficiale della Guardia Civil, che sostiene che l’auto viaggiasse ben oltre i 120 km/h al momento dello schianto.
“Sono passati accanto a me tranquilli, senza eccessi di velocità. Sono stato io a mandare il video alla 'CMTV' perché avevo cominciato a sentire delle assurdità. La mia famiglia ha la mia parola che non stavano correndo, ho potuto vedere la marca e il colore dell’auto quando mi hanno superato, stavano guidando con calma”, ha spiegato. “Percorro quella strada ogni giorno, dal lunedì al sabato, so com’è fatta: non un vale un accidente. È molto buia e nonostante questo sono riuscito a vedere la marca dell’auto e il suo colore, in modo chiaro. Poco più avanti poi è avvenuto l’incidente”, ha detto.
Il suo racconto è supportato anche dalle dichiarazioni di un secondo camionista, José Aleixo Duarte, che ai microfoni di ‘CM’ ha dichiarato di aver visto con i suoi occhi e di aver filmato la scena. L’autotrasportatore ha spiegato di aver lottato con le fiamme per domare il fuoco, anche se ogni suo sforzo alla fine si è rivelato vano.