Di fronte all’attacco orchestrato da UDC e Centro contro il Consigliere di Stato Claudio Zali, non possiamo più restare in silenzio. Si grida allo scandalo per la gestione del dossier “lupo”, si invoca la revoca delle competenze, si costruisce l’ennesimo polverone mediatico. Ma dov’è il merito? Dove sono gli argomenti concreti? Dove la conoscenza della legge federale che regola rigidamente l’azione dei Cantoni in materia?
Zali non è un “disastro”: sta facendo il possibile con gli strumenti che la legge gli permette di utilizzare. A dirlo non è solo lui, ma anche i numeri: dove ci sono i presupposti legali, si interviene. Dove non ci sono, non si può. È la base dello Stato di diritto. Chi finge di non saperlo lo fa solo per convenienza politica.
C’è chi oggi punta il dito contro la Lega, dimenticando però i disastri silenziosi che altri dipartimenti stanno gestendo – o meglio, non stanno gestendo – da anni. Le casse malati aumentano anno dopo anno, mettendo in ginocchio il potere d’acquisto dei ticinesi. Ma dal direttore del DSS (che ricordiamo, non è leghista) tutto tace. Nessuna azione forte, nessun contrasto alle lobby, nessuna voce chiara in difesa dei cittadini.
E la scuola? Un comparto nel caos: scioperi, tensioni, spese sulle spalle delle famiglie e dei Comuni, e un disinteresse totale per la realtà delle valli, dove ogni nuova regola sembra scritta per penalizzare e non per valorizzare. Ma in questi casi nessuno chiede revoche, dimissioni o riallocazioni di competenze. Perché?
Invece, quando la Lega torna a essere ciò che è sempre stata – concreta, diretta, vicina alla gente – allora si scatena la paura. Non del lupo, ma della forza popolare che la Lega rappresenta. Si inventano pretesti per screditarla, per contenerla, per bloccarla. Ma questo giochino è ormai vecchio, e i ticinesi sanno riconoscere la differenza tra chi lavora e chi chiacchiera.
Difendiamo chi opera nel rispetto delle regole. Difendiamo chi, come Zali, si assume responsabilità e prende decisioni difficili. Difendiamo una politica del fare, e non del polemizzare.
Movimento Giovani Leghisti