SVIZZERA/ITALIA - Cosa deve pensare il cittadino svizzero, quando persino un banchiere di alto rango come Renaud de Planta – che siede nel consiglio della BNS – sceglie di lasciare la patria per l’Italia? La notizia del suo trasferimento in Toscana ha lanciato un segnale chiaro: la Svizzera sta diventando meno attrattiva, mentre il Belpaese, con la sua flat tax da 200mila euro per i super-ricchi, si presenta come un nuovo paradiso fiscale.
De Planta, simbolo della piazza finanziaria di Ginevra, è stato premiato due volte come “banchiere svizzero dell’anno”. Eppure, nonostante il suo legame con la città di Calvino e il ruolo di “ambasciatore” della fiscalità elvetica, oggi sembra preferire i vantaggi concessi dal “modello Ronaldo”, che in Italia consente ai neo-residenti di pagare imposte ridicole rispetto ai loro guadagni all’estero.
Mentre in Svizzera si discute di aumentare le tasse, de Planta sceglie l’Italia. Le sue motivazioni saranno anche personali – si dice sia un amante della Toscana – ma il gesto rischia di essere interpretato come una bocciatura delle politiche fiscali elvetiche. E se un uomo di finanza di questo livello preferisce il sistema italiano, cosa può pensare un imprenditore svizzero medio, schiacciato tra burocrazia e imposte?
La Corte dei Conti italiana parla di 4.500 super-ricchi trasferiti dal 2018 al 2023 grazie alla flat tax tricolore. Quanti di questi sono svizzeri non si sa, ma è un campanello d’allarme: se persino i protagonisti della finanza nazionale guardano altrove, la Confederazione rischia di perdere non solo ricchezza, ma anche prestigio e fiducia.