BERNA – La vicenda di un ex guardiano notturno del centro d’accoglienza Gurnigelbad mette in luce ancora una volta i fallimenti della politica d’asilo. Dopo essere stato accoltellato da un richiedente asilo, l’uomo non solo non ha ricevuto sostegno, ma è stato addirittura licenziato dalla Croce Rossa Svizzera. «Sono stato abbandonato», ha denunciato, mentre oggi porta avanti una battaglia legale.
Il Gurnigelbad, struttura già nota per problemi di sicurezza e condizioni precarie, è stato teatro negli anni di episodi di violenza, droga e perfino scabbia. Nonostante la polizia avesse consigliato di rafforzare i controlli con un servizio di sicurezza, nulla è stato fatto. Risultato: un guardiano inesperto, lasciato da solo a gestire fino a 200 ospiti, e un clima che diversi testimoni hanno definito “anarchico”.
Nell’agosto 2024 il dipendente venne accoltellato due volte al fianco sinistro da un residente che già lo aveva minacciato di morte. Il tribunale ha escluso qualsiasi colpa dell’aggressione, smontando le voci – ritenute false – secondo cui il guardiano avrebbe insultato i curdi o il PKK. Ma poche settimane dopo, la Croce Rossa lo ha licenziato, accusandolo di aver violato il “corretto rapporto di vicinanza-distanza” e di essersi fatto coinvolgere in “temi politici”.
Una decisione che per l’ex guardiano rappresenta un capovolgimento della realtà: da vittima a colpevole. «Mi hanno abbandonato per coprire i problemi del Gurnigelbad», ha denunciato, sottolineando come il sistema ancora una volta non protegga chi dovrebbe garantire la sicurezza nei centri d’asilo.