FRANCIA - Il rapporto deficit/PIL della Francia ha raggiunto livelli da record: 5,4% secondo Fitch, quasi il doppio rispetto al limite europeo del 3%. Per avere un termine di paragone, l’Italia si trova oggi al 3,4%. Questo significa che Parigi spende molto più di quanto si possa permettere e finanzia la differenza con nuovo debito. A differenza ad esempio dell’Italia, che dopo la fase drammatica del Covid è riuscita almeno a riportare il PIL ai valori precedenti, la Francia ha accumulato deficit senza una crescita significativa, con il risultato che il rapporto debito/PIL continua a peggiorare.
La conseguenza è visibile anche sul fronte dei mercati: lo spread francese si è impennato un evento considerato impensabile fino a poco tempo fa. Più interessi da pagare sul debito significano più spesa pubblica e, di conseguenza, un rischio di ulteriori deficit: un vero e proprio “cane che si morde la coda”.
A questo si aggiunge il nodo delle pensioni. Dopo Italia e Grecia, la Francia è il Paese che spende di più in rapporto al PIL per questa voce, e la curva demografica non lascia presagire miglioramenti. Il timore di alcuni analisti è che, senza riforme strutturali, Parigi possa arrivare a dover chiedere un intervento del Fondo Monetario Internazionale, con gravi conseguenze economiche e soprattutto di immagine.
Il tutto avviene in un contesto politico fragile: il governo francese andrà l’8 settembre al voto di fiducia con scarse possibilità di sopravvivere. I mercati già scontano una possibile caduta, aggravando ulteriormente la crisi.