BASILEA – Due partite, 6 punti, 7 gol fatti, 0 subiti. Insomma, la campagna di qualificazione al prossimo Mondiale per la Svizzera è iniziata nel migliore dei modi. Certo, il Kosovo e la Slovenia – per altro affrontate in casa – non sono delle super potenze europee, ma era fondamentale per la Nazionale di Murat Yakin partire bene, col piede sull’acceleratore, per trovare fiducia, equilibrio, punti, prestazioni e serenità. Nei 180’ disputati al St. Jakob di Basilea la Nati ha trovato tutto questo, conquistandosi immediatamente un posto di rilievo nella classifica del suo Gruppo, visto anche il misero punticino ottenuto dalla Svezia (contro i nostri stessi avversari). Svezia che affronteremo a ottobre in trasferta.
Tra venerdì e ieri sera – mentre altre big del calcio europeo hanno faticato in maniera incredibile, basti pensare alla Germania o all’Italia che ha dovuto sudare sette camice per battere 5-4 Israele – Yakin ha ricevuto risposte importanti da coloro che ha messo in campo. Partendo da Kobel che tra i pali ha finalmente trovato la sua serenità, riuscendo a trasmetter fiducia a tutto il reparto difensivo. Un reparto che, con le reti di Akanji e di Elvedi (capaci di strappare entrambe le sfide disputate), si è messo in mostra anche in area di rigore avversaria, tornando così a sfruttare quelle palle ferme che, ultimamente, erano diventate un vero e proprio tallone d’Achille.
Un applauso va fatto, sicuramente, anche al centrocampo, dove Xhaka ha dominato per quanto riguarda idee, geometrie e visione di gioco, Freuler è sembrato aver benzina nel motore per correre per giorni interi, mentre Rieder è apparso troppo fumoso. E poi… e poi arriviamo alla trequarti e all’attacco, dove Vargas, Ndoye ed Embolo hanno fatto ciò che volevano, scherzando con le difese avversarie, trovando anche la via della rete con grande frequenza e sagacia tattica e tecnica.
Insomma, in questo momento in casa Svizzera tutto sembra funzionare alla grande. Ora dovremo attendere un mesetto per ritrovare la nostra Nazionale: ad attenderci, come detto, ci sarà la Svezia. Se riuscissimo a imporci anche in terra scandinava, oltre a preparare i passaporti per il visto americano, allora potremmo guardare con fiducia e serenità al futuro prossimo.